I patronati svolgono un servizio fondamentale di assistenza ai cittadini per quanto riguarda le pratiche fiscali e previdenziali e devono essere riconosciuti come "elementi di coesione sul territorio" evitando di continuare a tagliare loro i finanziamenti. Lo ha detto la segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan alla presentazione del bilancio sociale dell'Inas-Cisl spiegando che bisogna interrompere il trend dei tagli per evitare che ci possano essere ricadute sui servizi. Ma bisogna anche - ha osservato - chiarire quali debbano essere gli standard di qualità dei servizi resi dai patronati.
Nel complesso il Fondo patronati 2015 - secondo quanto si legge nel bilancio sociale Inas - ammonta a 386 milioni di euro, ridotto di 15 milioni rispetto all'anno precedente. La quota che spetta all'Inas in considerazione della mole di lavoro svolta è del 16,92% (65,3 milioni).
Ma i patronati creano molto più valore per lo Stato rispetto ai contributi che ricevono. Proprio per quanto riguarda l’Inas, ad esempio, a fronte di 1,4 milioni di persone assistite in un anno e circa due milioni di pratiche aperte (1,7 milioni quelle definite) il patronato ha "creato valore sociale" per 105 milioni di euro. "Non siamo un costo - spiega Domenico Pesenti, presidente del patronato - ma un beneficio per lo Stato. L'anno scorso abbiamo avuto un passivo di 6,6 milioni di euro anche a causa della contrazione dei finanziamenti statali. La rotta va invertita".
(Approfondimento domani su Conquiste Tabloid)