Whirlpool, Piaggio Aerospace, Aferpi, Sider Alloys, ArcelorMittal: l’elenco delle vertenze nel settore metalmeccanico si fa ogni giorno più lungo.
Al ministero dello Sviluppo Economico sono aperti 160 tavoli di crisi, i posti di lavoro potenzialmente a rischio vanno dagli 80 mila, nell’ipotesi più ottimistica, ai 280mila.
Se a tutto questo si aggiunge un governo che annaspa sui principali dossier e che dal giorno del suo insediamento non è riuscito ad impostare un disegno di politica industriale, il quadro si fa sconsolante.
La reazione dei sindacati si vedrà domani nelle piazze che saranno riempite da Fim Fiom e Uilm in concomitanza con lo sciopero indetto per rimettere al centro lavoro, salari e diritti.
Le sigle dei metalmeccanici denunciano la sempre maggiore incertezza sul futuro, aggravata dalla contrazione della produzione industriale, la perdita di valore del lavoro, l’aumento degli infortuni e dei morti sul lavoro. ”Lavoro e investimenti - sostengono - devono essere rimessi al centro dell’agenda politica”. Sullo sfondo il rinnovo del contratto nazionale che scade a fine anno.
Le tre manifestazioni partiranno alle 9 e si terranno a Milano, dove interverrà il segretario generale della Fim Marco Bentivogli, Firenze e Napoli. Allo sciopero parteciperanno anche i segretari generali di Cgil Cisl e Uil Maurizio Landini, Annamaria Furlan (che sarà a Firenze) e Carmelo Barbagallo.
La preparazione dello sciopero è stata accompagnata dalle assemblee in tutti i luoghi di lavoro per spiegare le ragioni di un'iniziativa fondamentale per il futuro del Paese che si inserisce nel percorso unitario di Cgil, Cisl e Uil, culminato nella manifestazione dello scorso 9 febbraio a Roma.
La prossima data segnata sull’ agenda dei sindacati è quella di sabato 22 giugno, quando Cgil, Cisl e Uil manifesteranno insieme a Reggio Calabria.