“Al solito le questioni inevase per anni e anni diventano emergenze e si pensa di risolverle inasprendo norme già molto complicate. Penso che sia profondamente sbagliato agire senza aver prima chiaro il punto di vista e le proposte anche di chi i lavoratori li rappresenta”. Così Giovanni Luciano, segretario generale della Fit-Cisl, commenta le dichiarazioni del Ministro dei Trasporti Graziano Delrio pubblicate sul Messaggero di oggi.
Luciano rinnova al Ministro la richiesta di incontro ”partendo proprio dalla riforma del trasporto pubblico locale ove alcune cose che il Ministro dice ai giornali sono opzioni da tempo poste da noi e altre vorremmo approfondirle”.
Sugli scioperi siamo alle solite. Dopo otto anni di mancato rinnovo del Contratto Nazionale, tagli di risorse fatti in modo lineare al trasporto pubblico (blocco assunzioni di persone direttamente collegate all’esercizio, mezzi fermi nei depositi per mancanza di possibilità di comprare pezzi di ricambio, ecc.) scoppiano proteste e ci si accorge che c’è il problema e la soluzione è blocco totale delle proteste”.
Aggiunge il segretario generale Fit: “Fermo restando che la mia sigla sindacale è quella che per prima fa accordi di responsabilità per affrontare i grandi eventi tipo Expo e Giubileo, non vorremmo che questa emergenza ulteriore sia un alibi per qualcuno. Siamo stati i primi a dire che bisognava collegare la rappresentanza alle norme sullo sciopero, ricordandoci però che c’è un diritto costituzionale. Abbiamo idee per contemperare le cose. Se poi si legge che dobbiamo fare come i tedeschi non è un problema. Però facciamo tutto come i tedeschi: democrazia economica, partecipazione dei lavoratori nei cda e, soprattutto, una volta certificato che c’è il 51%, nessun limite sulla durata massima o garanzia di servizi minimi”.
Conclude Luciano: “Sarebbe il caso di poter discutere di queste cose non leggendo articoli di giornale ma entrando nel merito con proposte. Alla Fit-Cisl, ad esempio, abbiamo già agito sull’argomento con la proposta di legge popolare denominata ’Sciopero intelligente’ già affidata alla Commissione Lavoro della Camera. Una proposta che, responsabilizzando di più le aziende, produrrebbe già da sé meno scioperi e contratti nazionali rinnovati in tempi non biblici”.