di Silvia Boschetti
Con la frenesia delle feste natalizie torna anche il tema del lavoro festivo. In particolare sono i lavoratori del terziario, distribuzione e servizi ad essere chiamati ad uno sforzo ulteriore per garantire quelle aperture tanto ricercate da un pubblico alla ricerca spasmodica del regalo dell’ultim’ora. Un’opportunità che però, inevitabilmente comprime il tempo dedicato alle relazioni familiari in un settore dove la stragrande maggioranza è donna. Ancora una volta le federazioni sindacali di categoria di Cgil Cisl Uil ricordano che non esiste l’obbligo alla prestazione festiva e che nessuna riduzione o trattenuta, secondo quanto previsto dalla contrattazione nazionale di settore, sarà applicata sulla retribuzione ai lavoratori come conseguenza della mancata prestazione nelle giornate del 26 dicembre, del 1° e del 6 gennaio. I sindacati invitano i lavoratori all’astensione dal lavoro in Piemonte, Liguria, Veneto, Emilia Romagna e nelle Marche, proclamato invece lo sciopero in Toscana, Umbria, Lazio, Puglia e Sardegna. Mentre è ancora in discussione al Governo una proposta legislativa sulla revisione della normativa sulle liberalizzazioni, la Fisascat Cisl rilancia la proposta unitaria presentata alla Camera dei Deputati in occasione della recente audizione concessa sul tema degli orari di apertura degli esercizi commerciali. Cuore della proposta, stante il divieto di apertura domenicale e festiva in linea di principio generale, la possibilità di prevedere deroghe per un massimo di 12 domeniche all’anno, stabilite dalle Regioni con apposito decreto dirigenziale da emanare di intesa con gli Enti Locali e parti sociali. C’è invece la richiesta di chiusura da parte delle tre sigle nel corso delle 12 festività nazionali, civili e religiose del 1° gennaio, 6 gennaio, Pasqua e lunedì dell’Angelo, 25 aprile, 1° maggio, 2 giugno, 15 agosto, 1° novembre, 8, 25 e 26 dicembre, durante le quali non deve essere inoltre prevista la possibilità di deroga. ”D’altronde - spiega il segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini - non esiste un diritto all’acquisto ed anche le lavoratrici ed i lavoratori del commercio, della distribuzione e dei servizi hanno diritto al riposo e a passare le festività con i propri cari, fermo restando l’intervento della contrattazione decentrata che può stabilire norme sulla flessibilità contrattata e retribuita ad hoc”.
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