Per il mondo bancario italiano è stato un piccolo terremoto. Per carità, nulla di paragonabile alle crisi che in questi anni hanno fatto piangere risparmiatori e contribuenti, ma è chiaro che il sequestro di 700 milioni ordinato dalla Procura di Milano ai danni di Banco Bpm, Intesa Sanpaolo, Mps, Unicredit e Intesa Sanpaolo nell’ambito delle indagini sulla cosiddetta truffa dei diamanti un prezzo lo imporrà. Dal punto di vista della reputazione, innanzitutto. Il problema non si limita alle proteste dei truffati o alle indagini della magistratura. A pagare lo scotto sono infatti anche i lavoratori delle banche coinvolte, esposti alle lamentele - e non solo alle lamentele - dei clienti. Per questo sono scesi in campo i sindacati: ”Va subito messa fine all'assurda guerra tra poveri scatenata dal caso diamanti - alza la voce il segretario generale della First Cisl Riccardo Colombani - I lavoratori bancari sono vittime al pari dei risparmiatori ma, di fronte alla ritrosia delle banche a effettuare i rimborsi, c'è chi prova a rivalersi sui dipendenti, a loro volta costretti a rivolgersi al sindacato per difendersi: il nostro legale si sta già occupando di 12 tra direttori di filiale e consulenti che hanno ricevuto avvisi di garanzia in 3 regioni". Le banche hanno proposto ai clienti per anni - dal 2012 al 2016 secondo la ricostruzione della Procura di Milano - di investire in diamanti il cui valore è poi risultato gonfiato. In realtà gli istituti facevano da intermediari a due società (Intermarket Diamond Business Spa e Diamond Private Investment Spa) anch’esse finite sotto inchiesta. Le banche sono corse ai ripari, assicurando il rimborso ai clienti vittime del raggiro (è il caso di Intesa e Unicredit). Nel frattempo, però, il clima resta teso. Per questo i sindacati tirano in ballo l’Abi: ”Chieda alle proprie associate di applicare in pieno al personale le garanzie contrattuali - esorta Colombani - Lle banche si astengano dunque da qualunque azione disciplinare nei confronti dei lavoratori, non tentino di rivalersi su di loro e li sollevino anticipatamente da ogni spesa legale, e questo perché non hanno alcuna ragione, titolo o causa per agire diversamente”.