Obiettivi e traguardi che riguardano misure necessarie per proseguire l'attuazione delle riforme in materia di giustizia e pubblica amministrazione, nonché importanti riforme nei settori dell'inclusione sociale e degli appalti pubblici. I principali investimenti, spiega Palazzo Chigi, ”sono legati alla digitalizzazione, in particolare per quanto riguarda la transizione dei dati delle pubbliche amministrazioni locali verso il cloud, lo sviluppo dell'industria spaziale, l’idrogeno verde, i trasporti, la ricerca, l’istruzione e le politiche sociali”. Il pagamento della quarta rata porta il totale delle risorse Pnrr ottenute finora dall'Italia a circa 102 miliardi di euro, corrispondenti a più della metà delle risorse totali del Piano.
Il Pnrr è nel vivo della fase di spesa. L’Italia è diventata la prima tra i Ventisette a ricevere il via libera al quarto pagamento, con la Spagna a ruota che a dicembre ha avanzato la sua richiesta. Ora la radiografia della quinta rata mostra 52 obiettivi da raggiungere contro i 69 previsti all'inizio. E tra loro figurano gli appalti da aggiudicare del settore idrico, l'elettrificazione della rete ferroviaria nel Mezzogiorno e la tratta ferroviaria Salerno-Reggio Calabria, ma anche interventi per il potenziamento delle condotte e per la realizzazione degli impianti per la valorizzazione dei rifiuti, l'entrata in vigore della riforma dell'organizzazione del sistema scolastico e traguardi per la digitalizzazione della pubblica amministrazione. Tutti obiettivi dai quali, dopo lo storico accordo all'Ecofin sulla riforma del Patto di stabilità, passa anche il futuro dialogo sull'asse Roma-Bruxelles per concordare una traiettoria di rientro del debito capace di non soffocare gli investimenti. Il modello dei piani nazionali ritagliati ad hoc è, nella visione dell’Esecutivo di Ursula von der Leyen, la strada da seguire per superare l'austerità e rendere i Governi più responsabili delle loro finanze pubbliche. I Paesi che presenteranno un deficit oltre il 3% saranno chiamati quindi a concordare cicli di rientro del debito quadriennali sulla base della spesa primaria netta (senza contare dunque gli interessi sul debito), estendibili a sette anni per chi certificherà i suoi sforzi di investimento e riforma volti a mettere a terra i piani di ripresa e resilienza. E questo, è l'impegno del ministro dell’Economia Giorgetti, significa ”rispettare il Pnrr”.
Oltre alla quarta rata per l'Italia, la Commissione europea ha erogato pagamenti ad altri cinque Paesi, tra cui la Germania e la Grecia, nell'ambito dei rispettivi piani di ripresa e resilienza nazionali. Berlino, si legge in una nota dell'esecutivo Ue, ha ricevuto il versamento della prima rata da 4 miliardi di euro, coprendo 28 milestone e 8 target. Il Pnrr tedesco sarà finanziato nel complesso con 28 miliardi di euro sotto forma di sovvenzioni. Nelle casse di Atene è invece confluita la terza tranche da 3,64 miliardi di euro (di cui 1,69 miliardi a fondo perduto e 1,95 miliardi di prestiti), coprendo 39 tappe fondamentali e 4 obiettivi. Il piano greco nel complesso vale 35,95 miliardi, di cui 18,22 miliardi in sovvenzioni e 17,73 miliardi in prestiti. Bruxelles ha erogato anche al Portogallo il terzo e il quarto pagamento combinato per 2,46 miliardi di euro tra sovvenzioni e prestiti nell'ambito di un Pnrr che nel complesso vale 22,2 miliardi. Anche per la Slovacchia è arrivata oggi la terza tranche da 662 milioni sul piano totale da 6,4 miliardi in finanziamenti a fondo perduto, mentre la Slovacchia ha ricevuto la seconda rata per 225,91 milioni in sovvenzioni e 310,09 milioni in prestiti nell'ambito di un Pnrr che vale 1,61 miliardi di euro a fondo perduto e 1,07 miliardi di euro sotto forma di prestiti.
Giampiero Guadagni