Oltre 30 mila persone hanno partecipato alla manifestazione di Cgil Cisl Uil a Bologna per il Primo Maggio. L'ennesima testimonianza del ruolo e dell'importanza dei sindacati confederali. E così dal palco la leader della Cisl Annamaria Furlan può fare arrivare ancora più forte il messaggio al governo: “Le parti sociali non sono qualcosa di estraneo a questo Paese, sono la vita di questo Paese perché rappresentano il lavoro”. E dunque, visto che “non siamo fuori dalla crisi”, l'esecutivo deve “iniziare a interloquire seriamente con noi”. Sottolinea Furlan: “Le ragioni che ci hanno portato in piazza il 9 febbraio ci sono ancora, immodificate. Eravamo preoccupati per le sorti dell'Italia e oggi lo siamo anche di più, perché se un cambiamento c'è stato non è stato certo in meglio. Il tempo passa e la barca mantiene la stessa rotta, gli scogli si avvicinano, la preoccupazione aumenta. Non possiamo nemmeno pensare di scendere, ma di modificare la rotta, insieme alle donne e gli uomini che lavorano”. Per tutto questo “abbiamo bisogno dell'Europa, altro che discorsi sovranisti. Di un'Europa che non sia solo coefficienti e protocolli, ma che sia carne e ossa e anche un po' di anima di cittadine e cittadini dell'Europa”. Il sindacato ha proposte di veri cambiamenti che “tolgono il dumping contrattuale tra diversi Paesi, che spesso si traduce in sfruttamenti di lavoratori. L'Europa dei popoli parte dal lavoro”. Furlan chiede dunque un cambiamento di rotta in Italia e in Europa.
E sulla stessa lunghezza d'onda si pone il segretario generale della Cgil Maurizio Landini: “Con oggi parte una nuova fase. Con questo 1 maggio noi vogliamo davvero cambiare il Paese e l'Europa a testa alta nel rispetto della dignità di chi lavora che rappresenta la ricchezza di questo Paese”. Cgil Cisl e Uil non si fermeranno, “le mobilitazioni avvenute dallo scorso 9 febbraio ci dicono che c'è una domanda di cambiamento vero non di cambiamento da campagna elettorale”. Poi diverse stilettate a Salvini. In particolare sul tema sicurezza, che in questo Paese “non è fare le leggi per armarci e difenderci, ma quella di non morire sul lavoro”.
Da parte sua il leader della Uil Carmelo Barbagallo si è detto “convinto che l'unità sindacale rappresenti la molla per cambiare la politica economica del nostro Paese”. Barbagallo ha poi sollecitato correzioni al reddito di cittadinanza e a quota 100 che “attualmente non funzionano”.
In testa la corteo arrivato in una piazza Maggiore gremita da migliaia di manifestanti, lo striscione “La nostra Europa: lavoro, diritti e stato sociale” . Presenti, tra gli altri, l'arcivescovo di Bologna monsignor Matteo Zuppi; rappresentanti delle istituzioni locali, col presidente di Regione Stefano Bonaccini e il sindaco Virginio Merola; e rappresentanti nazionali, come il senatore Vasco Errani (Liberi e Uguali). Nel pomeriggio in Piazza Maggiore spazio alla musica. Musica protagonista naturalmente anche del tradizionale Concertone in Piazza San Giovanni a Roma.