“Mantenere l’autonomia e di gestione dei Fondi per la formazione continua, distinguendo la loro azione dall'intervento più propriamente pubblico”. E’ questa la posizione comune espressa da Cgil, Cisl e Uil in un documento sottoscritto da tutte le parti sindacali e datoriali che hanno dato vita ai Fondi, inviata al ministero del Lavoro e alle forze politiche nel Parlamento, che bocciano le modifiche introdotte al riguardo dallo schema di Decreto attuativo del Jobs Act.
A confermare la forza dei Fondi gestiti dalle parti sociali e del ruolo sussidiario della bilateralità sono i numeri, spiegano i sindacati confederali: "Le cifre riferite al 2014 parlano chiaro: complessivamente il sistema fondi ormai rappresenta quasi il 70% delle imprese potenzialmente aderenti (più di 900.000, in crescita del 9,5% sul 2013) e l'83% dei dipendenti (oltre 9,5 milioni, +7,3% sul 2013) riscontrando un consenso sempre più ampio nelle scelte delle aziende".
Cgil, Cisl e Uil sottolineano poi la crescita del numero di aziende coinvolte dall'attività formativa finanziata dai Fondi, passate dalle 13.221 del 2008 alle 332.002 del 2014, per un totale di 4.620.949 lavoratori. "Tutto questo - aggiungono - nonostante il prelievo forzoso effettuato dai governi, che per il futuro non sarà transitorio come previsto per gli anni scorsi per finanziare gli ammortizzatori sociali, ma stabile e continuativo (120 milioni di euro annui) al Bilancio generale dello Stato".
I sindacati sottolineano, poi, come l’intervento dei Fondi Interprofessionali abbia rappresentato un punto di forza del sistema anche rispetto all'azione pubblica, dalle cui carenze è nata l'istituzione degli stessi. Una ricchezza che secondo Cgil, Cisl e Uil occorre mettere a frutto e per questo ribadiscono "disponibilità e interesse" a collaborare con le istituzioni pubbliche, anche attraverso la nuova Agenzia Anpal.
Questi gli obiettivi che hanno convinto le parti sociali a presentare degli emendamenti al testo di Decreto legislativo al governo e al Parlamento ed a richiedere un incontro al ministro del Lavoro volto a verificare e riaggiornare le regole che definiscono il quadro delle iniziative e degli indirizzi di governance dei Fondi.