Sostenere il settore metalmeccanico, rimettendo al centro lavoro e diritti. È questa la richiesta dei sindacati metalmeccanici che hanno indetto uno sciopero generale di 8 ore per il 14 giugno.
E’ da oltre dieci anni che Fim, Fiom e Uilm non scioperavano insieme. Fim, Fiom e Uilm scesero in piazza insieme l'ultima volta ad aprile 2016 a sostegno del rinnovo contrattuale.
Al termine della riunione degli esecutivi unitari, i tre leader dei sindacati di categoria hanno spiegato che da venerdì 3 maggio partiranno una serie di assemblee nei luoghi di lavoro e gli attivi provinciali e regionali a sostegno delle richieste unitarie.
Lo sciopero sarà accompagnato da tre manifestazioni: a Milano (con il segretario generale della Fim Marco Bentivogli); a Firenze (con il segretario generale della Uilm Rocco Palombella) e a Napoli (con la segretaria generale della Fiom Francesca Re David).
”Le trasformazioni che stanno investendo il mondo delle imprese metalmeccaniche e più in generale il sistema della manifattura - hanno detto i tre segretari generali - impongono scelte che devono essere in grado di rispondere alla necessità di crescita dei settori strategici attraverso il rilancio degli investimenti pubblici e privati, il sostegno all’occupazione, ai salari e alla domanda interna”.
Le tute blu di Cgil, Cisl e Uil chiedono al Governo e al sistema delle imprese di agire su alcuni elementi: dalla riduzione delle aliquote Irpef sul lavoro dipendente all'aumento dei salari e alla reindustrializzazione delle aree di crisi, con piani di sviluppo territoriale che garantiscano l'occupazione. Secondo Fim, Fiom e Uilm alcune scelte del Governo gialloverde rischiano di accentuare una condizione economica, sociale e industriale difficile e dalle prospettive critiche.
Dunque, primi tra tutte le categorie sindacali, i metalmeccanici danno un segnale forte all'esecutivo giallo-verde ”in nome del lavoro e dello sviluppo”. Spiega Bentivogli. ”Dopo più di un anno dall'insediamento del governo il nostro giudizio è assolutamente negativo e tutte le misure, dalla legge di Bilancio ai decreti Dignità e Crescita, stanno mortificando l’Italia del lavoro. Invece di fare gli investimenti necessari alla crescita di un Paese ferito dalla crisi e avviare una vera riforma degli ammortizzatori sociali, si e' scelta la strada dei sussidi”. Aggiunge Bentivogli: ”La platea di Quota 100 e Reddito di cittadinanza è parziale rispetto alle promesse e le 700 mila domande di condono fiscale fanno capire il target del governo. E’ importante sgombrare il campo dalle illusioni di cui sono stati destinatari anche i lavoratori metalmeccanici”.
Per Palombella, segretario della Uilm, ”bisogna far sentire la voce dei metalmeccanici tutti insieme, perché ci sono due grandi esigenze: il degrado industriale e le politiche del governo che non fanno ripartire i consumi. Il Paese è fermo, bisogna rimettere al centro il lavoro metalmeccanico”.
Da parte sua la segretaria della Fiom Re David, sottolinea che ”in questi anni c’è stato un impoverimento del lavoro tutto e una mancanza di politiche industriali e di investimenti e il ruolo del governo e delle imprese è fondamentale. Il tema dello sciopero è la centralità del lavoro in questo Paese”.
Sullo sfondo il rinnovo del contratto metalmeccanico che scadrà a fine anno: già a giugno le tre sigle sindacali proveranno ad elaborare una piattaforma comune da sottoporre a Federmeccanica.