Fca conferma il suo piano di investimenti per l’Italia: cinque miliardi nei prossimi tre anni. Nessuna retromarcia nonostante le perplessità espresse a più riprese sull’ecotassa introdotta dal governo, che penalizza parecchi modelli prodotti dal gruppo. La notizia arriva dal Salone di Ginevra e a darla è il ceo del Lingotto Mike Manley, che coglie l’occasione anche per chiarire che Maserati, cui avrebbero fatto un pensierino i cinesi di Geely, non è in vendita. Altra cosa è l’ipotesi di una fusione tra il Lingotto e un altro costruttore. Il consolidamento del settore attorno a pochi grandi player era un pallino di Sergio Marchionne, che nel 2015 provò a forzare la mano a Gm ricevendo però un secco rifiuto. Stando a Bloomberg stavolta sarebbe Psa a guardare con interesse a Fca, di cui apprezza il forte insediamento nel mercato americano. ”Siamo aperti ad alleanze, fusioni e collaborazioni, se ci danno la possibilità di crescere e rafforzarci”, ha commentato Manley aggiungendo poi prudentemente di ”parlare in generale”.
I sindacati ovviamente tirano un sospiro di sollievo. Le loro proteste non sono servite a far cambiare idea al governo sull’ecotassa, ma il pericolo di un disimpegno da parte di Fca alla fine non si è materializzato. ”La conferma del piano è un’ottima notizia”, sostiene infatti il leader della Fim Marco Bentivogli, che considera positive anche la smentita sulla cessione di Maserati e il superamento dei dubbi sull’elettrico. All’appello manca il governo, che nonostante i proclami - ultimo quello di Di Maio alla presentazione del Fondo nazionale per l’innovazione - finora non ha brillato per iniziativa. ”Il Governo - chiede non a caso Bentivogli - accompagni la rivoluzione della mobilità con investimenti nelle infrastrutture e mettendo a punto nuove normative necessarie per il nuovo modello di mobilità del futuro”.
( Articolo integrale domani su Conquiste Tabloid)