Ci sono molte ombre e poche luci nella legge di bilancio approvata dal Parlamento, che non è stata il frutto di un necessario confronto con la società civile, senza, soprattutto, un "patto" per la crescita più volte sollecitato dalla Cisl in questi mesi. E’ purtroppo una occasione sprecata per il nostro paese perchè non si affrontano le urgenti e profonde emergenze espresse dai territori, dal lavoro, dalle categorie più deboli. Non è la risposta adeguata al dramma di migliaia di giovani smarriti, delusi dalle promesse della politica e senza futuro. Non si offrono soluzioni per le tante crisi aziendali aperte, al divario crescente tra nord-sud, alla vicenda incresciosa dei troppi cantieri fermi, alla carenza di infrastrutture e di servizi sociali, soprattutto di personale negli ospedali italiani oggi al collasso.
Questi sono i problemi aperti, strutturali, come ci ha ricordato il nostro Presidente della Repubblica, Mattarella. Per questo a gennaio, la Cisl non starà ferma, ma si mobiliterà insieme a Cgil e Uil, in autonomia dalla politica, per sollecitare un cambio di passo nella linea di questo governo.
A differenza di quanto hanno fatto altri esecutivi europei, la manovra non punta sullo sviluppo e sugli investimenti produttivi, negando al nostro Paese, e in particolare alle sue aree più deboli, una prospettiva di rilancio economico e sociale. Le risorse per gli investimenti, già limitate, sono drasticamente ridotte, bloccando così gli interventi in infrastrutture materiali e sociali , a partire da sanità, innovazione, ricerca, istruzione. Si fa cassa tagliando l'adeguamento all’inflazione per le pensioni, si bloccano le assunzioni nella pubblica amministrazione fino a novembre e non ci sono risorse sufficienti per il rinnovo dei contratti pubblici. Senza una vera riforma organica ed equa del fisco, c'e' ora il rischio fondato di un aumento della pressione fiscale, in particolare a livello locale, un fatto che rischia di penalizzarei redditi già tartassati di lavoratori, pensionati e famiglie. Vedremo nelle prossime settimane quale sarà' il legame tra il reddito di cittadinanza, la formazione e le politiche attive del lavoro, in modo particolare per favorire l’occupazione dei giovani. Questo vale per la quota 100 per le pensioni che è certamente un canale in più di flessibilità in uscita, anche se le donne ed i giovani restano i soggetti penalizzati dall'attuale sistema previdenziale. E' insomma una legge di bilancio debole, senza un disegno strategico di sviluppo, che colloca per il 2020 e 2021 sulle spalle degli italiani un debito di oltre 50 miliardi in virtù delle clausole di salvaguardia, vincolando così anche per il futuro qualunque spazio per interventi espansivi che facciano ripartire il paese. Ecco perché scenderemo in piazza, in questo 2019 che diventerà un anno “caldo” se non ci sarà un cambiamento di rotta serio sui temi della crescita e del lavoro. La Cisl è in campo con il suo modo libero ed autonomo di fare sindacato, con la vitalità innovativa della contrattazione nazionale, di categoria e di territorio, con la capillarità e la professionalità dei nostri servizi. Ma soprattutto facendo nostri i problemi ed i bisogni degli ultimi della società, come ci indica Papa Francesco. Lo faremo anche nel 2019 ricercando alleanze sociali concrete sulle cose da fare, con chi condivide la nostra stessa visione del primato della persona umana, della dignità del lavoro, della accoglienza, della necessità di rilanciare il progetto di una Europa politica e non solo economica. Il nostro tesoro di entusiasmo, di energie, di competenze rappresenta la base per costruire una società più equa, dove la giustizia sociale, l'opportunità di una formazione per tutti e la solidarietà sono gli strumenti per un nuovo modello sociale alternativo al populismo, alla violenza xenofoba, alle provocazioni ed ai disegni inquietanti di chi non accetta il ruolo libero,autonomo e democratico del sindacato nel nostro paese.
*Segretaria Generale Cisl