Dal dialogo sociale alla democrazia economica: uno dei capisaldi della cultura sindacale della Cisl diventa la chiave per arginare lo sfaldamento dell’Europa sociale, costretta a ripiegare negli anni della crisi, dell’austerity e di una globalizzazione combattuta senza esclusione di colpi anche tra gli Stati membri (il caso Embraco insegna). Così, mentre Bruxelles continua a monitorare i nostri conti e tra i 27 procede sottotraccia un complicatissimo negoziato per la definizione Bilancio Ue post Brexit, la Confederazione di via Po rilancia uno degli strumenti chiave delle relazioni industriali a livello europeo: i Comitati aziendali europei. “L’unica struttura di rappresentanza sovranazionale dei lavoratori al mondo riconosciuta per legge”, come si legge nella relazione preparata da Andrea Mone, coordinatore delle politiche europee Cisl, che ieri ha aperto i lavori del seminario I Comitati Aziendali Europei: per una Europa del Lavoro, per un modello di relazioni industriali volto allo sviluppo sociale ed economico. Del resto, anche l’Etui (l’Istituto sindacale europeo) nel suo studio annuale sulle condizioni di lavoro in Europa, sottolinea come il contributo del Pilastro europeo dei Diritti sociali dipenderà dal suo impatto sui diritti di partecipazione e dalle esperienze pratiche dei Cae. Non a caso, oltre agli interventi di esperti, sindacalisti e figure istituzionali - come l’europarlamentare Pd Pina Picierno, Marco Cilento della Ces, il professor Enzo Cardi e i leader di Effat e IndustriAll, Harald Wiedenhofer e Luc Triangle - l’iniziativa della Cisl ha voluto dare voce ai delegati sindacali impegnati in prima persona all’interno dei Cae. Un coinvolgimento che non sarà sporadico, ma che al contrario verrà rafforzato dalla istituzione di un coordinamento con le federazioni di categoria e da un forte investimento nella formazione e negli strumenti di comunicazione . “I Comitati - ha sottolineato Luigi Sbarra, segretario generale aggiunto Cisl, concludendo i lavori - sono una formidabile conquista che 25 anni fa ha reso possibile un salto di qualità nelle relazioni sindacali con le multinazionali. Ora bisogna farli evolvere verso obiettivi di vera partecipazione alle decisioni dei grandi gruppi”.
Articolo completo di Ester Crea domani su Conquiste Tabloid