Alla vigilia del 1º Novembre, festività religiosa di Ognissanti, il sindacato conferma il suo disaccordo con il mantra al lavoro sempre, festivi compresi. Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs ribadiscono che nel giorno di festa ”non c’è l’obbligo alla prestazione lavorativa”. Una battaglia tenace quella che da anni combattono i sindacati del commercio, turismo e servizi per la salvaguardia dei tempi di vita e di lavoro e, allo stesso tempo, per affermare un principio di volontarietà seguito da mirate maggiorazioni salariali. Anche in questa occasione sono numerose le mobilitazioni proclamate a livello locale. Nel Lazio e in Puglia le federazioni sindacali hanno indetto un giorno di sciopero ”per restituire diritti e dignità sottratti in nome di una liberalizzazione che ha determinato abusi e tanto precariato” spiega un volantino diffuso nei negozi, nei supermercati, negli iper e nei centri commerciali. In Trentino, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Emilia Romagna, Marche, Calabria, Sardegna e Sicilia le tre federazioni invitano i lavoratori ad astenersi dal lavoro considerato che ”la prestazione nelle giornate di festa è solo su base volontaria e ogni lavoratore può esercitare il diritto al riposo e santificare la festa senza conseguenze”. La mobilitazione è in linea con le proposte presentate nei giorni scorsi alla Camera dei Deputati dai sindacati e dalle rispettive confederazioni Cgil Cisl Uil, ricevuti in audizione dalla X Commissione Attività Produttive nell’ambito dell’esame delle proposte di Legge sulla revisione della normativa sulle liberalizzazioni.
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