"Il governo del cambiamento non ci fa paura, un governo politico e non tecnico lo condividiamo perchè per cambiare il paese abbiamo bisogno di un governo politico". Lo afferma la leader della Cisl Annamaria Furlan, intervenendo alla conferenza nazionale dei servizi del sindacato di via Po. Rivolgendosi al ministro Di Maio, presente in sala, la sindacalista sottolinea che "la Cisl è nata per il cambiamento e per il futuro, è il suo codice genetico oggi più che mai. Il governo del cambiamento può aprire nuovi orizzonti a condizione - avverte - che sappia coltivare il confronto con le grandi organizzazioni del lavoro delle cose per il bene del Paese". Il reddito di cittadinanza, inoltre sottolinea Furlan "non può essere assimilato a un vitalizio e deve prefigurare un percorso di uscita dal disagio sociale e dalla povertà", osservando che il suddetto strumento "così inteso può cogliere più un obiettivo che la Cisl richiede da tempo: la lotta alle diseguaglianze, il potenziamento della domanda interna e rafforzamento strutturale della crescita". Parlando del decreto dignità, varato ieri dal Cdm, poi ha aggiunto, "lo esamineremo con molta attenzione, credo però vi siano alcune questioni di fondo per noi rilevanti: meno precarietà significa dare più certezza in modo particolare ai nostri giovani e soprattutto non è più possibile che in questo Paese le imprese prendano fondi pubblici, agevolazioni e poi dopo poco tempo decidano di chiudere e delocalizzare".
Una nuova stagione di concertazione tra governo e sindacati per far ripartire il Paese. Ad inaugurarla è il ministro del lavoro Luigi Di Maio parlando alla Conferenza dei servizi Cisl in corso a Roma . Il vicepresidente del Consiglio, intervenendo all'Auditorium Massimo, è partito dalla questione europea, sottolineando che l'Europa da troppo tempo ha abbandonato il pilastro sociale e il tema della solidarietà, per toccare le corde del sindacato. E dopo un passaggio "giustificativo" sul tema dell'accoglienza dei migranti, per sottolineare che è finito il tempo di un'Italia disposta a sobbarcarsi il peso dell'accoglienza a fronte dell'egoismo dei Paesi del nord Europa e che l'Europa deve cambiare atteggiamento nei confronti dei Paesi del Sud come l'Italia che ha sempre accolto tutti, è tornato sui temi del lavoro.
Per prima cosa, ha detto il ministro, occorre stabilire il livello minimo di diritti e garanzie che consente di definire "lavoratore" una persona che presta la propria attività ad un datore di lavoro. Ma una cosa è certa: il metodo. "Nel confronto con i sindacati sui riders – ha scandito Di Maio - abbiamo convenuto che la strada migliore per arrivare ad una soluzione è la concertazione tra Governo e parti sociali".
(Articoli completi di Giampiero Guadagni e Francesco Gagliardi domani su Conquiste tabloid)
Al via la “Conferenza Nazionale dei Servizi in Rete”
“Servizi in rete. Per la persona, per il lavoro”. Conferenza Cisl dal 3 al 5 luglio