Un anno di ombre e luci in cui a segnali di ripresa per l’economia e, in prospettiva, l’apertura di nuove imprese, si affiancano una disoccupazione che non scende e vicende come quelle di Saeco e Coop Coostruzioni che mostrano come la crisi, anche nel bolognese, non sia ancora superata. È questo, in sintesi, il 2015 secondo la Cisl di Bologna che ha fatto un suo bilancio nella tradizionale conferenza stampa di fine anno. "Si chiude un anno con ombre e luci - ha detto il segretario metropolitano, Alessandro Alberani - con alcuni segnali di ripresa e le prospettive di apertura di nuove imprese come Philip Morris, Danfoss, e forse Fico e lo sviluppo della Lamborghini e della Ducati. Le ombre vengono dal settore dell’edilizia che dimostra come la crisi non è finita ma continua. Insieme al numero dei disoccupati". Al 30 settembre 2015 i bolognesi in stato di disoccupazione sono infatti 58.201 il 5,26% in più rispetto al trimestre precedente. Numeri che - spiegano comunque dal sindacato - non rappresentano la totalità dei senza lavoro che, dopo l’attuazione della delibera regionale 2025/2013, ora devono confermare ogni sei mesi l’immediata disponibilità. Per questo la Cisl stima in circa 100mila i disoccupati reali. Sul fronte politico, per Alberani che cita le prossime elezioni del 2016, se preoccupa quanto emerso dalle classifiche di Italia Oggi (61/o posto per qualità della vita) e soprattutto dal Sole 24 Ore sul fronte della sicurezza, il giudizio sul Comune è positivo e "pensiamo - ha detto il segretario - che sia necessaria continuità nel Governo della città". Tra i top dell’anno Alberani ha citato: l’apertura dell’Opificio Golinelli, la nomina del rettore Ubertini, il progetto del Bologna Calcio, il David alla Cineteca, l’arrivo del vescovo Zuppi e il progetto Fao di Vacchi; tra i flop, la crisi Saeco, l’incertezza sul passante Nord, la crisi di Coop Costruzioni, l’aumento dell’insicurezza a Bologna e il persistere della disoccupazione giovanile.