Fisco, pensioni, politiche industriali, contrasto alle delocalizzazioni e alla precarietà, sanità, non autosufficienza e scuola: questi i punti critici della manovra, secondo Cgil e Uil. Per le due confederazioni la manovra ”non ridistribuisce ricchezza, non riduce le disuguaglianze e non genera uno sviluppo equilibrato e strutturale e un’occupazione stabile”. Dal palco di Piazza del Popolo a Roma, Landini ha detto: ”Sta aumentando la distanza tra il palazzo della politica e il Paese. Se non si fanno le cose che stiamo chiedendo, noi scioperiamo e torniamo in piazza perché non dobbiamo rispondere ad alcun governo. Per noi questa non è la fine di un ciclo di manifestazioni, per noi è l’inizio”. Dallo stesso palco Bombardieri ha aggiunto: ”Chiediamo al Governo di fare scelte diverse”. A partire dalla riforma fiscale: ”Chi oggi guadagna 25 mila euro ha lo stesso sgravio fiscale di chi ne guadagna da 90 mila a 200 mila”.
Ma secondo il leader della Cisl Sbarra alla base dello sciopero generale proclamato da Cgil e Uil "ci sono motivazioni generiche e approssimative"- Per il numero uno di Via Po ”la legge di bilancio è migliorata rispetto a un mese e mezzo fa, quando la Cisl disse che c’erano luci e ombre e squilibri al suo interno determinati dalla mancanza di un dialogo preventivo”.
Sbarra ricorda i fondi sul Sistema sanitario nazionale; gli stanziamenti sugli ammortizzatori sociali passati da 3 a 5,5 miliardi di euro; il finanziamento del contratto di espansione e del fondo per l’occupazione, la proroga della cassa Covid. Sul fisco ”portiamo a casa un risultato importante, con 7 miliardi all'Irpef e 1 all'Irap, ed ancora il miliardo e mezzo per la decontribuzione, l'aumento della no tax area per pensionati e la certezza della piena indicizzazione delle pensioni”.
Il mondo politico valuta con toni diversi lo sciopero di Cgil e Uil. Presente in piazza c’era solo Sinistra italiana di Fratoianni, partito all’opposizione. Dalla maggioranza la sinistra di Leu e il Pd spiegano di non condividere la forma della protesta ma di comprenderne alcune ragioni. Molto critico il centrodestra. Mentre Teresa Bellanova, viceministra delle Infrastrutture e presidente di Italia Viva, sottolinea: ”Da ex sindacalista della Cgil, non avrei proclamato lo sciopero, il Paese ha già troppe lacerazioni”.
Da parte sua il premier Draghi assicura: ”Da parte del Governo non c'è stata alcuna volontà punitiva verso i sindacati. C'è volontà di colloquio, confronto e ascolto”.
E lunedì prossimo è convocato a Palazzo Chigi il tavolo sulle pensioni, per avviare il percorso di riforma della legge Fornero. Gli spazi per ulteriori interventi già in manovra sono ristretti, potrebbe rientrare una norma sull'Ape sociale per gli edili, prevedendo di abbassare da 36 a 30 gli anni di contributi necessari per accedere all'anticipo pensionistico. Partirà invece un tavolo con un orizzonte più ampio, per rivedere le regole per l’uscita dopo Quota 102 (64 anni di età e 38 di contributi) che varrà soltanto nel 2022.
Giampiero Guadagni