La crisi dei call center plana al ministero dello Sviluppo Economico. Il governo ha insediato il tavolo sul settore affidandone la regia al vice capo di gabinetto Giorgio Sorial, che ha avviato il confronto con i sindacati e le associazioni di categoria. L’obiettivo è fronteggiare le trasformazioni che investono il mercato delle Tlc e tutelate i lavoratori dalle loro conseguenze.
Nel corso della prima riunione, che si è svolta giovedì, sono state illustrate le problematiche che colpiscono il settore, dalla concorrenza sleale alle esternalizzazioni delle attivita', dall'utilizzo del criterio del massimo ribasso nelle gare d'appalto al costo del lavoro. Questioni che rendono precario il futuro di molti dipendenti.
Per questo è stata ribadita anche la necessità di continuare a supportare i lavoratori in difficolta' attraverso il potenziamento delle politiche attive, come la formazione nel campo della digitalizzazione.
I sindacati hanno rilanciato l’allarme occupazione. Secondo Fistel, Slc e Uilcom a rischio ci sarebbero 3500 posti di lavoro. L’emorragia è dovuta alla mancanza di volumi ed all’abbassamento dei prezzi richiesto dai committenti nonché il mancato rispetto della clausola sociale, la cui applicazione garantirebbe continuità occupazionale nelle gare di appalto.
Ad aggravare la situazione è l’impatto del decreto Dignità. In Calabria il mancato rinnovo dei contratti a tempo determinato rischia di provocare ”una catastrofe occupazionale e un impoverimento dell'economia locale”, denunciano i segretari generali della Slc Cgil, Daniele Carchidi, della Fistel Cisl, Francesco Canino, e della Uilcom Uil, Fabio Guerriero, che hanno inviato una lettera a tutte le prefetture della Regione.
( Articolo integrale domani su Conquiste Tabloid)