La crisi del diesel potrebbe mettere nei guai lo stabilimento Bosch di Bari. E’ il timore dei sindacati dei metalmeccanici, che chiedono alle istituzioni, governo centrale e Regione Puglia, di sostenere l’inevitabile processo di riconversione della fabbrica che nel 1998 tenne a battesimo il common rail, il sistema di iniezione diretta che per i motori a gasolio significò un balzo in avanti. Lo stabilimento Bosch di Bari ha duemila dipendenti (in passato è arrivato fino a 2.4009 e la quasi totalità della produzione è costituita da pompe diesel.
La multinazionale tedesca è intenzionata a correre ai ripari diversificando, a partire dall’elettrico. Tra i nuovi prodotti dovrebbero esserci infatti i componenti di un motore per e-bike. Intanto martedì, al ministero dello Sviluppo Economico, Bosch ha anticipato ai sindacati la decisione di investire 30 - 40 milioni sulla riconversione industriale.
Fim Fiom Uilm e Ugl restano però guardinghi. In ballo c’è la ”seconda azienda della regione” per numero di occupati dopo l’Ilva, ricordano in una nota. La riconversione è senza dubbio un obiettivo condivisibile, ma bisogna tener contro che occorreranno ”molti anni”.
( Articolo integrale domani su Conquiste Tabloid)