Il ministero dello Sviluppo Economico ha convocato i sindacati il 9 aprile per discutere del caso Blutec. L’azienda che avrebbe dovuto rilanciare l’ex fabbrica Fiat di Termini Imerese è sotto sequestro - anche se all’interno degli stabilimenti le attività proseguono sotto l’amministrazione giudiziaria - dopo che la Procura di Termini Imerese ha disposto gli arresti domiciliari dei suoi vertici, il presidente Roberto Ginatta e l’amministratore delegato Cosimo Di Cursi.
Per i lavoratori di Termini Imerese si tratta di un primo passo. Oggi hanno sfilato per le strade della cittadina siciliana insieme a Fim Fiom e Uilm. Al loro fianco cittadini, studenti e venti sindaci del territorio: circa 1.500 persone che hanno chiesto di trovare una soluzione ad una vicenda che si trascina da 8 anni. Il corteo, dopo aver attraversato il centro, con le saracinesche dei negozi abbassate in segno di solidarietà, si è fermato in piazza Duomo.
Per i sindacati tocca al governo prendere in mano la situazione. ”Il governo deve fare la sua parte fino in fondo dando a questo territorio risposte - scandisce il segretario nazionale della Fim Ferdinando Uliano - Troppe volte abbiamo visto politici e ministri fare sfilate e selfie sulle nostre spalle”. Duro il giudizio sugli ”industriali che avevano solo intenzione di prendersi i soldi e scappare”. Eppure, aggiunge Uliano, ”qui avevamo tutte le condizioni per fare sviluppo anche quando Fiat è andata via”. In attesa che l’esecutivo faccia sentire la sua voce, è con l’azienda che bisogna trattare: ”Chiediamo con forza che il commissario convochi i sindacati e i lavoratori, è a loro che deve dare risposte”.
( Articolo integrale domani su Conquiste Tabloid)