Il mondo della scuola e della ricerca va verso lo sciopero generale, proclamato per il prossimo 17 maggio. Dall'incontro al Ministero del Lavoro non sono infatti emersi elementi che consentano di ritenere concluso positivamente il tentativo di conciliazione. Sottolineano i sindacati di categoria: ”Nessuna risposta di merito è venuta alle richieste avanzate dalle organizzazioni sindacali del comparto istruzione e ricerca, non essendovi stata peraltro la possibilità di procedere ad un approfondito esame delle questioni oggetto della mobilitazione”.
Cgil, Cisl e Uil della Scuola, Snals e Gilda prendono atto dell’annunciata apertura, a partire da lunedì 8 aprile - data nella quale è previsto l’incontro con il Ministro - di un tavolo di confronto al massimo livello politico del Miur, proposta rispetto alla quale affermano piena disponibilità perché rispondente a un’esigenza da tempo rappresentata; ma confermano, in assenza di impegni puntualmente riscontrabili, la volontà di procedere alla proclamazione di iniziative di lotta articolate in astensione dalle attività non obbligatorie e in uno sciopero generale di tutti i lavoratori del comparto istruzione e ricerca per l’intera giornata del 17 maggio.
La segretaria generale della Cisl Scuola Maddalena Gissi spiega quali sono le questioni poste poste dai sindacati di categoria. Intanto, “porre le basi, anzitutto economiche, per un rinnovo contrattuale che dia risposte significative a un'emergenza salariale nota a tutti. Ad oggi per il personale del comparto istruzione e ricerca si profilano aumenti che sono meno della metà di quelli ottenuti col contratto precedente”. Inoltre “decisioni urgenti per evitare che la precarietà continui a dilagare, anziché ridursi. Obiettivo, rendere stabile il lavoro su decine e decine di migliaia di posti che non hanno nulla di provvisorio, essendo invece indispensabili per l'ordinario svolgimento delle attività. Se si rimane fermi, il prossimo anno scolastico vedrà moltiplicarsi problemi e disagi. Per il personale Ata “chiediamo di sbloccare le assunzioni e riattivare percorsi di mobilità professionale: tutte cose che non richiedono ingenti risorse né interventi di legge, ma solo
idee chiare e volontà politica”. Sottolinea Gissi: “Infine, ma non certo ultima per importanza, la questione dei progetti di regionalizzazione della scuola, che non possono certo andare avanti alla chetichella come fin qui avvenuto”. Nella richiesta di avviare il tentativo di conciliazione le questioni sono riportate in dettaglio, comprendendo diversi punti che riguardano anche i settori dell'Università e Afam e della Ricerca, la sede scelta per l'incontro, il Ministero del Lavoro, escludeva implicitamente che si potesse entrare nel merito dei problemi. Infatti “non si è conciliato e siamo allo sciopero. Resta ora da vedere se dal tavolo avviato al Miur si apriranno spazi per qualche risposta concreta. Sia chiaro che le parole e i buoni propositi non potranno certo
essere considerati risolutivi”, conclude la segretaria generale
Federazione Cisl Scuola Università Ricerca.