Il contratto è un diritto per tutti i lavoratori. E il rinnovo deve restituire dignità e riconoscimento professionale e retributivo a tutte le lavoratrici e i lavoratori pubblici. Senza eccezioni. È questo l’appello che i segretari generali di Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Pa, Rossana Dettori, Giovanni Faverin e Nicola Turco lanciano al ministro Madia rispetto alle indiscrezioni di stampa che prevedono un rinnovo contrattuale con aumenti solo per i salari più bassi. "Siamo i primi a voler sostenere i redditi più bassi anche nel pubblico impiego - spiegano i sindacalisti - a questo va fatto attraverso la leva fiscale, abbassando le tasse, aumentando i servizi alla persona, gli aiuti alle famiglie monoreddito. Non riversando misure minime di civiltà sui costi contrattuali". Noi chiediamo contratti innovativi e siamo pronti a proporre al governo un piano vero sulla produttività ma non accettiamo altre provocazioni elettorali".
"Aumenti per pochi, Non se ne parla proprio". Con queste parole il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan, chiude all’ipotesi di aumenti contrattuali per i dipendenti pubblici solo ai livelli più bassi. "Parliamo di lavoratori da sette anni senza contratto, il governo si dimostri un buon datore di lavoro e convochi il tavolo", afferma al termine di una visita alla moschea di Roma. "Il governo pensa di emulare Federmeccanica, si sbaglia di brutto", osserva.
"Abbiamo detto di no a Federmeccanica, figuriamoci se al governo possiamo dire di si", aggiunge Furlan, spiegando che l’associazione degli imprenditori metalmeccanici «deve tornare indietro, perchè la proposta di aumenti per solo il 5% dei lavoratori è insostenibile".