Venerdì 22 novembre 2024, ore 17:52

Meeting di Rimini

PA, una chiave di sviluppo del Paese

di Ester Crea

Rimini (dal nostro inviato) - Riflettori puntati sul lavoro pubblico al Meeting di Rimini. Il negoziato sul rinnovo contrattuale, dopo 7 anni di blocco, è ad un punto di svolta. Alla ripresa si capiranno le reali intenzioni dell'Esecutivo ed il dibattito di questi giorni alla kermesse ciellina risente di questa incognita nell'affrontare le ricadute della riforma Madia e soprattutto quel male profondo descritto nel saggio di Francesco Fabrizio Delzio "Opzione Zero. Il virus che tiene in ostaggio l'Italia". Vale a dire un sistema burocratico strutturato in maniera tale da decretarne la paralisi. Per dirla come lo stesso Delzio: "Opzione zero è esattamente ciò con cui i cittadini si confrontano quando si rapportano con il sistema pubblico. E cioè dei funzionari pubblici preparati, non giovani (perché per effetto del blocco del turn over oggi la pubblica amministrazione italiana ha l'età media dei funzionari più alta d'Europa) e che non hanno alcuna motivazione a prendersi delle responsabilità. Questa è l'opzione 0, un sistema che paralizza. È così che nasce la casta. Abbiamo creato un sistema che favorisce le caste piuttosto che la comunità", sentenzia. Alla base della riflessione di Delzio c'è la presa d'atto di un sistema retributivo che non premia il merito e che spinge il funzionario pubblico a non rischiare, creando il cosiddetto "modello dell'anatra zoppa", cioè il confronto tra un sistema privato dinamico, cui servono risposte rapide e certe, e un sistema burocratico lento e farraginoso. "Nessuno deve sentirsi punito, ma dobbiamo iniziare a premiare chi si assume le responsabilità, chi rischia, così come avviene nel sistema privato", incalza Delzio. Tutto giusto. Ma nel privato la contrattazione interviene anche sugli obiettivi di produttività e sui premi di risultato, mentre nel pubblico la contrattazione per anni è stata sospesa. Del resto, come sottolinea Salvatore Taormina, dirigente della Regione Siciliana/Fondazione per la Sussidiarietà, "il cambiamento dell'amministrazione pubblica passa innanzitutto dagli uomini e dalle donne che vi lavorano". Lo sanno bene anche le imprese. Per Marco Gay, presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria, "bisognerebbe tornare a parlare di umanesimo industriale, prendendo consapevolezza che il posto di lavoro non è un luogo ma la persona che lo svolge". Un gap culturale da colmare tanto per quanto riguarda il settore privato quanto quello pubblico. Ecco perché - sottolinea Gay - il dibattito sulla produttività in corso nel settore privato dovrebbe essere esteso anche al settore pubblico. "In un tempo di cambiamento non c'è spazio per le caste", avverte. Aggiungendo però che la chiave di volta restano le policies. "L'ultima decisione efficace - chiosa - è stata quella del 2012 sulle start up. Un buon esempio per lo sviluppo industriale di lungo termine". Che è poi ciò di cui davvero abbisogna l’Italia, insieme al salto di qualità della pubblica amministrazione. Per questo va bene la riforma Madia, ma da sola non basta. La contrattazione è lo strumento con il quale sbloccare il sistema pubblico, rimotivando e riqualificando le persone che vi lavorano. E poi l'avvertimento lanciato dal presidente dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, Giovanni Pitruzzella, da stampare in lettere cubitali: "La riforma va sostenuta, ma conteranno moltissimo i criteri di nomina dei dirigenti pubblici, perché non si ripetano i meccanismi clientelari che a parole si vogliono superare". Le esperienze già fatte, per Pitruzzella, devono essere un monito: meccanismi premiali erano stati previsti già dalla riforma Bassanini. E' stata la politica a non aver mai fissato criteri ed obiettivi. La vera scommessa, allora, è che il passato non si riproponga.

( 21 agosto 2016 )

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