Il rinnovo dei contratti pubblici non può risolversi con "una mancetta" ai lavoratori cui da sei anni è stato congelato lo stipendio. A ribadirlo in un'intervista radiofonica è stata la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan. "L’aumento delle risorse per i contratti pubblici da 200 a 300 milioni di euro - ha detto la leader di Via Po, commentando quanto previsto dalla legge di Stabilità - è assolutamente insufficiente. Parliamo di lavoratori che da sei anni non rinnovano il contratto e il loro potere di acquisto è sceso di molto. Se anche passassimo da 10 euro lordi a 15-20 non si determinerebbe nessun cambiamento".
Intanto le segreterie delle categorie dei settori pubblici di Cgil Cisl e Uil si sono date appuntamento a martedì 27, nel pomeriggio, per definire nel dettaglio il percorso di mobilitazione. Mobilitazione che si preannuncia "durissima" e che si articolerà nei luoghi di lavoro e sui territori e che culminerà in una manifestazione nazionale, a sostegno innanzitutto di un rinnovo "adeguato" dei contratti della Pa. Già martedì scorso, nella riunione delle tre segreterie confederali di categoria, le risorse destinate al rinnovo dei contratti della P.a. (fermi dal 2010) erano state definite "inadeguate e fittizie", grave il blocco del turnover e tagli del salario accessorio. Una legge di Stabilità dunque - affermano i sindacati - che "fa pagare il risanamento ai lavoratori".