"Tutti i lavoratori hanno diritto alla liquidazione dal momento in cui cessano dal servizio: la norma sul trattamento di fine servizio dei lavoratori pubblici, che posticipa ingiustamente il pagamento della liquidazione, va cambiata". Ad avanzare la richiesta sono gli statali della Cisl, che vogliono la modifica già in manovra. "Laddove un lavoratore del privato deve attendere un mese o poco più per incassare il suo trattamento di fine rapporto, un dipendente della pubblica amministrazione deve infatti attendere due anni anche per assegni inferiori a 50.000 euro lordi", spiega il segretario generale della Cisl Fp, Giovanni Faverin, dal palco del congresso straordinario della Federazione piemontese, in corso a Torino. Per il sindacato si tratta di "un tempo lunghissimo che arriva a ben 3 anni per l’eventuale quota di pensione compresa tra i 50mila e 99.999 euro e fino a 4 anni per la quota che supera i 100mila". Ecco che, si legge nella nota della Cisl Fp, "già con la legge di stabilità" si deve procedere "alla cancellazione di una norma discriminatoria e sbagliata che pesa sui bilanci familiari di tanti neo-pensionati del pubblico impiego".
"Per cambiare il lavoro pubblico e i servizi a persone e imprese servono meno norme e più contratti. Sulle liquidazioni, così come sulla previdenza complementare e sulla detassazione dei premi di produttività per pubblico e privato devono valere le stesse condizioni e le stesse occasioni di crescita e di sviluppo professionale", ha concluso Faverin.