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Trivelle

Un referendum senza vinti né vincitori

"Non ci sono né vincitori né vinti nel risultato del referendum di ieri sulle trivelle. Bisogna rispettare sia chi ha scelto giustamente l'astensione sia chi ha espresso volontariamente un'altra indicazione di voto. Ma è stato un errore mettere in contrapposizione lo sviluppo industriale e la necessaria tutela dell'ambiente, opporre il futuro di tanti lavoratori ed il diritto sacrosanto alla salute dei cittadini". Così Annamaria Furlan all’indomani della consultazione invalidata dall’astensionismo di quasi il 70 per cento degli aventi diritto. L’affluenza si è fermata al 31,19%, ben al di sotto del quorum del 50% richiesto. E se il premier Renzi ha brindato idealmente coi lavoratori delle piattaforme, dicendo che la demagogia non paga. Il presidente della Puglia Emiliano, ha parlato comunque di straordinario successo, rivendicando di essere riuscito a fermare il governo e assicurando che da oggi il premier dovrà fare i conti con lui.

Polemiche non condivise dalla leader della Cisl, che fin da subito aveva bollato come “inutile e dannoso” lo strumento referendario applicato ad “un tema tecnico, quale è il rapporto tra le attività estrattive e la loro sostenibilità ambientale, delicato e strategico per l'economia dei territori e del Paese”. Ora, auspica Furlan, il Governo si batta per l'energia pulita e per ridurre la dipendenza dagli idrocarburi, aggiungendo che "fanno certamente bene le Regioni a battersi per la tutela ambientale delle coste e del nostro mare che rappresenta una ricchezza inestimabile". La Cisl sa bene che "fra la popolazioni che hanno sostenuto i quesiti referendum ci sono state molte cittadine e cittadini che hanno colto l'occasione per manifestare la propria sensibilità ambientale. E' una sensibilità ed un obiettivo anche della Cisl", afferma la leader sindacale. "Proprio per questo ora bisogna accantonare le polemiche e le strumentalizzazioni politiche e spingere il Governo ed il Parlamento a dare concreta attuazione agli obiettivi assunti in sede Europea per la drastica riduzione della dipendenza energetica dagli idrocarburi da realizzare entro il 2050 ed a rendere compatibili le produzioni industriali con le esigenze di sostenibilità ambientale e di valorizzazione turistica del patrimonio paesagistico e culturale dei nostri territori", sottolinea la leader della Cisl per la quale "senza un approvvigionamento energetico certo, continuo e sicuro, sarà difficile far ripartire la crescita, lo sviluppo e il miglioramento dei servizi nel nostro Paese. Dobbiamo affrontare il dibattito sulla transizione energetica fuori da rigidità ideologiche pregiudizievoli e da conflitti istituzionali tra Regioni e Governo centrale". Le istituzioni centrali e locali "devono assumersi le loro responsabilità" mettendo in campo "investimenti e progetti sullo sviluppo della tecnologia verde e comportamenti coerenti per una progressiva trasformazione in termini di sostenibilità ambientale, delle nostre attività energetiche ed industriali", conclude.

( 18 aprile 2016 )

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