Con la firma della Dichiarazione il conto alla rovescia per l’anniversario dell’Ue è giunto al termine. Tra ansie per il dopo attentato Westminster, cortei sorvegliati speciali per paura di infiltrazioni di black bloc e antagonisti, i 27 capi di Stato europei sono arrivati in Campidoglio dopo aver attraversato percorsi blindati. Ad accoglierli, sulla piazza del palazzo Senatorio, il premier Paolo Gentiloni e la sindaca di Roma, Virginia Raggi."È stato un viaggio di conquiste. Un viaggio di speranze realizzate e di speranze ancora da esaudire", ha detto Gentiloni iniziando al cerimonia. E ripercorrendo poi la storia del viaggio europeo. "Alla fine della seconda guerra mondiale, l'Europa era ridotta a un cumulo di macerie. Milioni di europei morti. Milioni di europei rifugiati o senza casa. Un continente che poteva contare su almeno 2500 anni di storia, ritornato di colpo all'anno zero", ha continuato. "Prima ancora che la guerra finisse, reclusi in una piccola isola del Mediterraneo, due uomini, Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, assieme ad altri, sognavano un futuro diverso. Un futuro senza guerre. Un futuro prospero. Un futuro di pace".
Noi oggi – ha ripreso il premier – “celebriamo la tenacia e l’intelligenza dei nostri padri fondatori europei”. “Noi abbiamo vissuto sessant’anni in pace e libertà”, mentre nel frattempo il mondo cambiava. Dunque, i grandi fatti storici. Gentiloni ha ricordato la caduta del Muro di Berlino la “globalizzazione con effetti positivi i suoi complessi squilibri”, la minaccia del terrorismo internazionale, i grandi flussi migratori. Ma - ha aggiunto - che “l’Europa si è presentata con troppi ritardi. E questo ha provocato una crisi di rigetto in una parte della nostra opinione pubblica, addirittura maggioritaria nel Regno Unito. Ha fatto addirittura ripartire chiusure nazionalistiche che pensavamo consegnate agli archivi della storia”.
Ecco, il vero messaggio che deve partire – ha sottolineato il premier – è che “abbiamo imparato la lezione: l’Unione riparte. E ha un orizzonte per farlo nei prossimi dieci anni”. Insomma, ha concluso nel suo intervento Paolo Gentiloni: “Serve il coraggio di voltare pagina, abbandonando una visione della nostra economia affidata a piccole logiche di contabilità”. E soprattutto, è necessario, “il coraggio di mettere al centro i valori comuni”.
Dopo un filmato d’epoca sulla storia della firma dei Trattati di Roma nel 1957, seguito con grande attenzione e festeggiato da un lungo applauso, è iniziata la cerimonia delle firme. Poi tutti al Quirinale, ospiti del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella