La mossa della premier arriva dopo il dialogo portato avanti dall’ex presidente del Senato Casellati con le forze politiche che non sostengono l’Esecutivo. Al momento il Governo sembra orientato sull’elezione diretta del premier come possibile elemento di convergenza, in particolar modo con Italia viva e Azione. Il tema del presidenzialismo si intreccia con quello dell’autonomia (il ddl Calderoli è in Commissione Affari costituzionali al Senato) con la Lega che punta ad accelerare. Fdi mira pure ad inserire il dossier su Roma capitale.
Il centrodestra parte da una elezione diretta, sia essa del presidente della Repubblica o del Presidente del Consiglio. Il presidenzialismo alla francese è da tempo uno dei punti programmatici di Fratelli d’Italia, ma la stessa Meloni non ha mai chiuso alla possibilità di valutare anche altre strade, tra cui il premierato. Ipotesi che potrebbe trovare la sponda dei centristi di Azione e Italia viva.
”La riforma delle istituzioni si fa in Parlamento. La maggioranza vuole confrontarsi con le opposizioni per vedere cosa si può cambiare, scrivendo un testo insieme. Certamente noi ci auguriamo che le opposizioni abbiano un atteggiamento costruttivo ma non possiamo accettare veti”, afferma il vicepremier e ministro degli Esteri Tajani che indica nel premierato, cioè l'elezione diretta del capo del governo, l'opzione principale del centrodestra; mentre la maggior parte dei partiti di opposizione, Pd, M5s, Azione, +Europa e Verdi, hanno replicato negativamente alla proposta vedendo semmai nel rafforzamento dei poteri del Presidente del Consiglio la via maestra. Ad articolare il dibattito ci ha pensato anche il Presidente della Conferenza dei Governatori, Massimiliano Fedriga, che ha chiesto all'Esecutivo un incontro con le Regioni per coinvolgerle nelle riforme, il che implica mettere sul tavolo il tema divisivo dell'Autonomia. Una richiesta avanzata anche dalle opposizioni, ma complica gli intendimenti del governo. Che il modello presidenzialista sia in crisi nei Paesi che lo ho hanno adottato, come Usa e Brasile, è stato sottolineato da Pierferdinando Casini, che insieme a Mara Carfagna ha ricordato che l'elezione diretta del Presidente della Repubblica porta a ”polarizzare le contrapposizioni”, mentre all'Italia è utile una ”figura terza che faccia da arbitro” o, come ha detto il costituzionalista Francesco Clementi, sia ”un motore di riserva” per le crisi politiche.
Le opposizioni hanno espresso il timore che il governo voglia usare il tema delle riforme come ”arma di distrazione di massa” (secondo le parole di Riccardo Ricciardi di M5s) per coprire le difficoltà su Pnrr e temi economici. La stessa posizione emersa dalla riunione della segreteria Pd, convocata da Elly Schlein.
Giampiero Guadagni