La data del voto per il referendum costituzionale è il 4 dicembre. Lo ha comunicato il presidente del Consiglio Matteo Renzi ai ministri riuniti per il Cdm a Palazzo Chigi. "La partita è adesso e non tornerà. Non ci sarà un'altra occasione. Sono certo che non la sprecheremo", ha dichiarato il premier nella sua e-news. "Il risultato del referendum non dipende tanto da me, ma da tutti voi". E ancora: "Nel merito, la questione è semplice. Vogliamo superare il bicameralismo paritario sì o no? Vogliamo ridurre il numero dei parlamentari si o no? Vogliamo contenere i costi delle istituzioni si o no? Vogliamo cancellare il Cnel si o no? Vogliamo cambiare i rapporti Stato Regioni che tanti conflitti di competenza hanno causato in questi 15 anni si o no?".
In effetti, il testo del quesito referendario, di per sé, appare di stile molto diverso dalle burocratiche schede del passato. Questa scelta, conseguente alle disposizioni di legge del ’70, se da una parte promuove la necessità di chiarezza, dall’altra ha già acceso la polemica politica.
In particolare, nella scheda elettorale comparirà questo quesito: “Approvate voi il testo della legge costituzionale concernente ’Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del titolo V della parte II della Costituzionè approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016?”.
Alla fine del quesito ci sono due caselle, una con il Sì e una con il No. Basta barrare con una ’x’ la propria scelta. Non c’è quorum e vince dunque la scelta indicata dalla maggioranza di chi va a votare.