A distanza di sessanta giorni dal voto e due giri di consultazione, tutto sembra tornare al punto di partenza. Il Movimento 5 Stelle ai classici slogan e posizioni di battaglia; il Pd all’evocazione - negata e dunque già reale - di una nuova scissione; il centrodestra alla competizione interna.
Oggi Mattarella farà l’ultimo tentativo politico-istituzionale per verificare l’esistenza di un’altra maggioranza e poi prenderà la sua decisione. La possibile soluzione è un governo di tregua, istituzionale, che scongiuri il ritorno immediato alle urne, pericoloso per i conti pubblici e per l’affidabilità internazionale.
In attesa che il fine settimana porti consiglio alle forze politiche, le posizioni in campo vanno delineandosi. Il leader della Lega Salvini dice no al governo tecnico, pronto al preincarico; e pur considerando il M5S ancora il primo interlocutore , per un governo a termine fino a dicembre “per una nuova legge elettorale e per bloccare nuove tasse”; apre, proponendo un governo insieme fino a dicembre; per la prima volta, all’ipotesi di cercare in Aula i voti - ne servono oltre 50 alla Camera - dei ”responsabili”, ma non targati Pd. Ma Salvini sa che deve dare un dettagliato elenco di nomi e cognomi al Colle, per nulla intenzionato ad assegnare un incarico al buio. Il centrodestra salirà al Quirinale con una sola delegazione. L’unità è però solo sulla carta: mentre la Lega punta a un governo politico che attui il programma del centrodestra, dentro Forza Italia si sta facendo largo l'idea di proporre un governo di scopo. Ma a dividere Azzurri e Carrocci c’è anche l’atteggiamento sull’Europa. ”Voglio guidare un governo che cominci a dire no alle eurofollie”, attacca via facebook Salvini che ribadisce la sua opposizione a ”governi servi di Bruxelles”.
E su questo fronte resta l’asse di fatto con i pentastellati, che sembrano avere archiviato il ”grillismo in doppiopetto”. Venerdì mattina Toninelli aveva spiegato il deciso no a governi del presidente perché ”fatti per tirare a campare”, ribadendo: meglio tornare al voto. ”Il 24 giugno”, è la proposta di Di Maio, che rincara la dose: il governo di tregua sarebbe ”tradimento del popolo” da parte dei partiti. ”Aggiungendo: ”Se esclusi dal governo faremo appello ai cittadini, e non solo per il voto”. E in un’intervista pubblicata dal nuovo mensile francese Putsch, Beppe Grillo torna alle origini attaccando a testa bassa: ”La legge elettorale è stata decisa a tavolino per impedirci di governare”. E poi ancora l’Europa: ”Ho proposto un referendum per la zona euro. Voglio che il popolo italiano si esprima: bisogna uscire o no dall'Europa?”.
Parole che danno modo a Renzi di replicare: ”Da quando ha capito che non andranno a Palazzo Chigi, Grillo ha ripreso con insulti e follie. Sono orgoglioso di aver contribuito, con tanti amici, a evitare l’accordo con il Pd e M5S. La coerenza vale più delle poltrone”.
Critico con l’ex premier ed ex segretario è il ministro uscente Franceschini: "Penso che la riflessione di Renzi sia superficiale e sbagliata. Proprio il fatto che Grillo e i 5 Stelle tornino, fallita una prospettiva di governo e avvicinandosi le elezioni, ai toni populisti e estremisti, dimostra che avremmo dovuto accettare la sfida di un dialogo proprio per portarli a rapportarsi con la realtà di una azione di governo reale che non si affronta con grida e slogan”.
E la posizione di Franceschini non è isolata. Segnale di fragilità della tregua interna siglata giovedì sera con il consenso unanime della direzione Martina perché continui a gestire il partito nella fase di formazione del governo.
Intanto la Commissione Europea, che da giorni manifesta preoccupazione per gli effetti dello stallo politico sulla crescita , non commenta le dichiarazioni di Grillo, confermando la fìducia nel l’operato del Presidente Mattarella.
E al Quirinale guardano con grande speranza anche le parti sociali. Osserva la leader Cisl Furlan: ”Il nostro Paese non può aspettare i tempi della politica. Questo teatrino dei partiti non è proprio la grande prova di responsabilità che tutti i cittadini si aspettano”.