Ma in aula a Palazzo Madama i conti non tornano: i voti sono stati 117, uno in più della maggioranza di cui dispone il centrodestra, 17 in più considerando che Forza Italia, con le eccezioni di Berlusconi e Casellati, ha deciso di non partecipare per sottolineare il dissenso rispetto alle modalità con cui Giorgia Meloni sta componendo la sua squadra di Governo.
Maggioranza divisa, dunque; ma è divisa anche l'opposizione, dove è immediatamente partita la caccia alle “manine”' che hanno aiutato l'elezione di uno storico dirigente della destra italiana, tra i fondatori di Fratelli d'Italia.
Sarò il presidente di tutti, ha più volte detto La Russa nel suo discorso di insediamento, nel quale ha citato Pertini e Violante, ha omaggiato Liliana Segre “presidente morale di questa assemblea”.
La Russa ha toccato molti temi, soffermandosi anche su quelli economici e sociali.
"Dinanzi a noi ci sono drammi, paure, preoccupazioni, penso a quelle dei cittadini che chiedono alla politica non solo di raccogliere le loro ansie, le loro necessità, ma anche e soprattutto di risolverle. Penso all'inflazione, al caro energia, che sono un dramma per le famiglie e hanno innescato per molte imprese il conto alla rovescia, dove il rischio più che concreto è la chiusura. L'Italia non può e non deve fermarsi". Così il neo eletto presidente del Senato Ignazio La Russa nel suo primo intervento in Aula. Per garantire "lavoro, dignità, sicurezza, benessere tocca a noi, maggioranza e opposizione dare le risposte giuste e urgenti", dice La Russa. Che aggiunge: “Il lavoro non può diventare il burrone delle morti bianche che gridano vergogna, se possibile ancora più forte quando le vittime sono studenti tirocinanti”.
La Russa ricorda inoltre “i caduti sotto i colpi della pandemia” e assicura: “Non abbasseremo la guardia”. Le tante crisi, aggiunge, “hanno bisogno di miracoli e chi meglio del nostro ingegno può compiere questi miracoli nel quotidiano, penso al made in Italy che va difeso nelle istituzioni italiane e europeo”.
Per quel che riguarda le riforme “non bisogna né favoleggiare la possibilità che si faccia tutto e subito ma soprattutto non bisogna temerle, le dobbiamo provare a realizzare insieme”. Al Senato della Repubblica “può spettare il via anche nei confronti dell'altra Camera della necessità di aggiornare non la prima parte della Costituzione, intangibile, ma la parte che merita più efficienza, più adeguatezza ai tempi nostri, più capacità di dare risposte ai cittadini, più capacità di appartenere alla volontà del popolo”. Conclude La Russa: “Credo che questo Senato, in questa legislatura, potrà farlo direttamente con una legge che promuova una costituente, con una bicamerale, sono vari i modi, l'importante è che vi sia la volontà politica di realizzare queste riforme; e se c'è, passerà”.
La seduta a Palazzo Madama si era aperta sotto la presidenza di Liliana Segre. Tra i passaggi del suo intervento, più volte interrotto dagli applausi, il riferimento all'anniversario della marcia su Roma (”una sorta di vertigine ricordando che quella stessa bambina che in un giorno come questo del 1938, sconsolata e smarrita, fu costretta dalle leggi razziste a lasciare vuoto il suo banco delle scuole elementari, oggi si trova per uno strano destino addirittura sul banco più prestigioso del Senato”); ma anche la speranza che in Ucraina torni presto la pace, l'appello al Parlamento e alle istituzioni a lasciare da parte ”la politica urlata” e ad assumere ”un impegno straordinario e urgentissimo per rispondere al grido di dolore che giunge da tante famiglie e da tante imprese”.
Il faro per tutti, ha sottolineato Segre, ”deve essere la Costituzione che come disse Piero Calamandrei non è un pezzo di carta, ma è il testamento di 100 mila morti caduti nella lunga lotta per la libertà”.
Giampiero Guadagni