La Lega traina il centrodestra, il Movimento Cinque Stelle in affanno esce ridimensionato, il Pd fatica a riprendersi. E' questa la prima fotografia del voto delle amministrative in oltre 700 comuni italiani, di cui 20 capoluoghi di provincia, dove il centrosinistra tiene pur perdendo in alcune città importanti come Catania e Terni.
Il centrodestra vince al primo turno a Vicenza e Treviso proprio grazie alla buona affermazione del Carroccio (che nel secondo comune sfiora il 20%). Così come anche a Catania, dove l'europarlamentare di Fi Salvo Pogliese batte Enzo Bianco al primo turno. A Pisa è invece testa a testa tra il candidato di Lega, Forza Italia e Fdi, Michele Conti (in vantaggio con il 33%) e Andrea Serfogli candidato di una coalizione composta da Pd e tre liste civiche (al 32,5%). Brusca frenata del M5S che si attesta intorno al 10% e perde molti consensi rispetto al voto delle politiche del 4 marzo. I Dem conquistano al primo turno Brescia con Emiliano Del Bono con il 53,9% e partecipano della vittoria a Trapani di Pippo Tranchida.
La tornata elettorale, che vede il calo dell'affluenza (ferma al 61,19%), segna il ritorno di Claudio Scajola che a Imperia è il più votato e conquista il ballottaggio con l'altro candidato del centrodestra, Luca Lanteri in corsa per il 'Modello Toti'. Vittorio Sgarbi si afferma a Sutri diventando sindaco per la seconda volta (dopo Salemi). Mentre ad Anagni, Casapound conquista il ballottaggio e se la vedrà con il centrodestra. E sfida a due, e al femminile, sarà anche ad Imola dove si andrà al secondo turno il 24 giugno prossimo: Carmen Cappello, sostenuta dal Pd e dagli alleati, si ferma, infatti, al 42% e se la vedrà con Manuela Sangiorgi del Movimento 5 Stelle, che ottiene il 29,2%. Mentre a Viterbo vanno al ballottaggio i candidati del centrodestra e di una lista civica.
E se a Ivrea i Cinquestelle si devono arrendere (sarà ballottaggio tra centrodestra e centrosinistra), il Movimento conquista invece Pantelleria e andrà al ballottaggio a Terni (con il centrodestra) dove viene escluso il Pd che aveva guidato la città negli ultimi anni. Ko, invece, per i pentastellati nei due municipi romani chiamati al voto.