Intanto faticoso passaggio finale del Dl Taglia prezzi alla Camera, dove è più volte mancato il numero legale sul voto di costituzionalità chiesto da Fratelli d’Italia. Tra le novità del provvedimento: l’aumento della produzione di energia elettrica da biogas; il rafforzamento delle sanzioni in merito alla trasparenza dei prezzi sul gas. E ancora: la rateizzazione delle bollette di energia elettrica e di gas naturale per le famiglie che non hanno pagato le fatture dal primo gennaio di quest’anno si estende dalla fine di aprile alla fine di giugno. C’è poi la stretta sui bonus edilizi: dal 1° luglio 2023 per beneficiare dei bonus edilizi per lavori sopra i 516 mila euro bisognerà rivolgersi ad imprese che hanno la certificazione Soa, fino ad oggi necessaria alle aziende per poter partecipare ad appalti pubblici. L’obbligo di richiedere la Soa scatterà dal 1° gennaio prossimo, perché da quella data le imprese dovranno dimostrare di aver fatto almeno richiesta agli enti certificatori. Secondo i dati di Confartigianato, l’80% delle piccole imprese è sprovvisto della qualifica. Nel decreto entra anche il rimborso di 100 euro pro-capite al giorno destinato ai Comuni che accolgono minori non accompagnati provenienti dall’Ucraina. Il provvedimento prevede uno stanziamento totale di circa 58 milioni di euro.
Interventi necessari per fare fronte all’emergenza. Ma per ricostruire il Paese la sfida è quella di un grande patto sociale tra governo, parti sociali che metta al centro la crescita, gli investimenti pubblici e privati. Intanto il sindacato ribadisce le proprie richieste sulla riforma della previdenza: flessibilità di uscita dal mercato del lavoro verso la pensione dai 62 anni, una pensione di garanzia per i giovani, Ape sociale strutturale, incentivi per adesione alla previdenza complementare. Il leader della Cisl Sbarra sottolinea che la riforma Fornero ”ha alzato un muro di rigidità per quanto riguarda l'accesso alla pensione” e che ha portato risparmi in 10 anni che si stimano in 117 miliardi. Quota 100 ”è stata una misura importante ma insufficiente. A fronte di un milione di uscite che si pensava di avere hanno aderito non più di 400 mila persone. La combinazione di età e contributi (62 anni di età e 38 di contributi) ha agevolato i lavoratori del pubblico impiego e delle grandi aziende del privato ma ha penalizzato le aree meridionali. Ora va ripensato il sistema pensionistico per definire misure più eque, più stabili, più sostenibili”. In particolare Sbarra ha ribadito la necessità di introdurre una pensione contributiva di garanzia per i giovani, ”intrappolati tra il contributivo puro e carriere atipiche. Vanno riconosciuti anche i periodi di formazione e le fasi di transizione”.
Giampiero Guadagni