Ha aggiunto il presidente del Consiglio: “La strategia dell'Italia in accordo con l'Ue e il G7, si muove su due fronti: sosteniamo l'Ucraina e imponiamo sanzioni alla Russia perché Mosca cessi ostilità e accetti di sedersi al tavolo dei negoziato”. Il 3 giugno il Consiglio Ue ha votato l'ultimo pacchetto di sanzioni. Le sanzioni funzionano, l'Fmi prevede che inciderà per 8,5 punti di Pil sull'economia russa. Ma i nostri canali di dialogo rimangono aperti, non smetteremo di cercare la pace, nei termini che sceglierà l'Ucraina. Ricercare la pace, superare la crisi: questo è il mandato ricevuto dal Parlamento, da voi. Questa è la guida della nostra azione”. A proposito della crisi del grano, ”il conflitto in atto ha innescato una crisi umanitaria di dimensione straordinaria, sono a rischio le forniture nei Paesi più poveri”; e nei porti ucraini sono bloccati ”milioni di tonnellate del raccolto precedente”. Bisogna allora ”liberare le scorte che sono in magazzino per sbloccare le forniture e fare spazio al nuovo raccolto che arriverà a settembre”. Negli ultimi giorni ”la Russia ha ridotto le forniture di gas all’Ue e all'Italia, dall’inizio della guerra il Governo si è mosso con rapidità per trovare fonti alternative e grazie a questo potremo ridurre già dall'anno prossimo la dipendenza dal gas russo”.
Solo dopo l’intervento di Draghi, la maggioranza ha raggiunto l'accordo sulla risoluzione relativa proprio sulle comunicazioni del premier. Il testo è stato sottoscritto da tutte le forze politiche, anche i 5 Stelle. Un testo che impegna il Governo in 10 punti. Tra questi anche il nodo del coinvolgimento del Parlamento, richiesta avanzata dai 5 Stelle, che ha tenuto banco nel serrato confronto delle ultime 24 ore. Nel testo ”si impegna il Governo a continuare a garantire, secondo quanto precisato dal decreto legge 14 del 2022 il necessario e ampio coinvolgimento delle Camere con le modalità ivi previste, in occasione dei più rilevanti summit internazionali riguardanti la guerra in Ucraina e le misure di sostegno alle istituzioni ucraine, ivi comprese le cessioni di forniture militari”. Il Parlamento inoltre ”impegna il Governo a esigere, insieme ai partner europei, dalle autorità russe l’immediata cessazione delle operazioni belliche e il ritiro di tutte le forze militari che illegittimamente occupano il suolo ucraino, con iniziative multilaterali o bilaterali utili a una de-escalation militare che realizzi un cambio di fase nel conflitto, aumentando in parallelo gli sforzi diplomatici intesi a trovare una soluzione pacifica basata sul rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale dell'Ucraina e dei principi del diritto internazionale”.
All’appuntamento di Palazzo Madama il Movimento 5 Stelle, come detto, è arrivato spaccato, sull’orlo della scissione, in seguito allo scontro tra l’ala contiana e quella dimaiana. A Montecitorio e a Palzazo Madama si stanno raccogliendo le firme dei deputati che si riconoscono vicini a Di Maio per la costituzione di un gruppo parlamentare autonomo alla Camera.
Giampiero Guadagni