Dal presidente del Consiglio un tributo alla resistenza ucraina sul campo: “La speranza da parte dell'esercito russo di conquistare vaste aree del Paese in tempi brevi si è scontrata con la convinta resistenza da parte del popolo ucraino”, sottolinea il premier, lasciando intendere che ciò è stato possibile grazie agli aiuti dell'Occidente, compreso l'invio di armi. Un messaggio rivolto soprattutto ai leader di maggioranza, Conte e Salvini in testa, che chiedono di ridiscutere gli impegni dell'Italia. Draghi ringrazia la maggioranza e anche l'opposizione di Fratelli d'Italia per il sostegno al Governo. E conferma che l'Esecutivo si muove sulla linea tracciata dal Parlamento nella risoluzione approvata a larga maggioranza all'inizio di marzo. La strategia non cambia, è insomma il messaggio di Draghi a chi sostiene che il Governo si muove senza un mandato parlamentare, incluso l'invio di armi a Kiev che continua a essere deciso e concordato a livello europeo. “L'avanzata russa procede molto più lentamente del previsto”, dice Draghi, ma “il costo dell'invasione russa in termini di vite umane è terribile”. Per questo l'Italia “ha offerto il suo sostegno al Governo ucraino per indagare su possibili crimini di guerra”. Un sostegno che si estende anche all'ambito umanitario e allo sforzo militare: “Nel medio periodo, siamo pronti a rafforzare ulteriormente il nostro contributo Nato in Ungheria e Bulgaria, rispettivamente con 250 e 750 unità, in linea con l'azione dei nostri alleati”. Quanto all'impegno sull'accoglienza, “ad oggi sono quasi 14 milioni i residenti in Ucraina che hanno dovuto lasciare le proprie case, quasi un cittadino su tre. Oltre 116 mila ucraini sono arrivati in Italia, di cui 4 mila minori non accompagnati”.
Alla crisi umanitaria causata dall'invasione russa rischia di aggiungersi una catastrofe alimentare dagli effetti devastanti, continua il premier. Per questo bisogna agire per liberare le tonnellate di grano dai porti ucraini, favorendo lo sminamento dei porti stessi. Quanto alla questione energetica “le stime del Governo indicano che potremmo renderci indipendenti del gas russo nel secondo trimestre del 2024”.
L’intervento del premier davanti al Parlamento è insomma anche una risposta alle fibrillazioni che da settimane scuotono la maggioranza, con il pressing di M5s affinché Camera e Senato siano chiamate nuovamente a votare, soprattutto su un nuovo invio di armi. E, seppur con toni diversi e senza una richiesta esplicita di un voto in Aula, anche Salvini ribadisce il no della Lega a un nuovo round di aiuti militari. Tutte le altre forze politiche, compreso Fratelli d'Italia, si schierano completamente al fianco del Governo. Commenta il segretario del Pd Enrico Letta. ”Quelle del presidente Draghi sono le parole giuste, la giusta direzione di marcia: quella di un’Italia impegnata per la leadership dell’Europa per trovare la pace. Se ci sarà bisogno di ridiscutere e di votare noi non ci sottraiamo. Per adesso ci sembra che il dibattito sia completo e che dia un forte segnale di unità del Paese”.
Giampiero Guadagni