Via libera, dopo mesi di stallo in commissione, al ddl sulla corruzione. Il provvedimento è stato approvato al Senato e tra i primi punti all'esame dell'Aula c'è stato l'articolo 8 sul falso in bilancio approvato, con voto segreto, che ripristina il reato depenalizzato durante il governo Berlusconi. Il falso in bilancio torna dunque, di fatto ad essere un reato dopo la sostanziale depenalizzazione decisa durante il governo Berlusconi. Le pene per le società normali saranno da 1 a 5 anni di reclusione, mentre per quelle quotate o quelle che immettono titoli sul mercato o le banche, gli anni di reclusione andranno dai 3 agli 8. La pena è invece da sei mesi a tre anni se i fatti sono lieve entità, “tenuto conto della natura e delle dimensioni della società e delle modalità o degli effetti della condotta”. Era un “voto delicato”, ha commentato il ministro Andrea Orlando.
In pratica, l'articolo 8 del ddl anticorruzione, quello sul falso in bilancio per le società non quotate, passa al Senato con soli tre voti di scarto. Su una maggioranza di 121 hanno detto "sì" a scrutinio segreto solo in 124. I "no" sono stati 74 e gli astenuti 43.
Polemiche per i 'pianisti'. ”La legge sull'anti-corruzione è falsata dal voto di pianisti che si esprimono per senatori assenti e il presidente Grasso non annulla le votazioni”. La denuncia arriva dal capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Giustizia al Senato Enrico Cappelletti. “Molti emendamenti anche migliorativi non vengono approvati sul filo del rasoio per 1-3 voti. Il Movimento 5 Stelle ha già scoperto un 'pianista' che ha votato per il senatore Tarquini (Forza Italia) assente in Aula, ma di fronte alle denunce del M5S - avverte Cappelletti - Grasso non annulla votazioni palesemente irregolari”. “E' assurdo, un paradosso totale. Si vota una legge che vorrebbe contrastare l'illegalità che è falsata dall'irregolarità del voto sugli emendamenti! Come se si volessero contrastare i furti e vengono ignorate le denunce puntuali di chi individua i ladri”, conclude Cappelletti.
Aumentano pene per associazione mafiosa: i boss e i loro uomini rischieranno, grazie all'approvazione dell'articolo 4, fino a 26 anni di carcere. Sì alla possibilità di poter ricorrere al patteggiamento e alla condizionale nei processi per i delitti contro la pubblica amministrazione, ma unicamente nel caso in cui ci sia stata la restituzione integrale del “maltolto”. Con l'approvazione dell'articolo 6, è previsto l'obbligo per il Pm, quando esercita l'azione penale per i delitti contro la pubblica amministrazione, di informare il presidente dell'Autorità nazionale Anticorruzione. Passa infine l'esame dell'aula anche l'articolo 3 del disegno di legge, quello che stabilisce la riparazione pecuniaria: per i reati contro la pubblica amministrazione, in caso di condanna,il funzionario corrotto dovrà versare allo Stato una somma pari alla “mazzetta” ricevuta.