No all’innalzamento dell’età a 67 anni nel 2019. Su questo punto la posizione dei sindacati non arretra di un millimetro, anche dopo l'incontro di ieri pomeriggio con il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. Lo hanno ribadito all'unisono i leader di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo, contrari all'automatismo. La risposta sull’aspettativa di vita deve "riguardare tutti i lavoratori e le lavoratici, dati alla mano si tratterà di individuare un percorso, inizialmente rivolgendosi a platea più ristretta ma l’obiettivo è una risposta più larga, per tutti", ha spiegato in particolare la numero uno di Via Po, al termine dell'incontro. Quanto ai giovani, ha aggiunto "la defiscalizzazione della contribuzione non deve intaccare il monte contributi: vogliamo avere questa assicurazione, non deve incidere sulle pensioni dei giovani".
Il confronto riprenderà a fine agosto con l’obiettivo di stringere e arrivare ad una condivisione, in vista della legge di Bilancio. L'ipotesi cui sta lavorando l'esecutivo prevederebbe il taglio del 50% dei contributi per i primi tre anni finalizzati all'assunzione a tempo indeterminato dei giovani. A cui potrebbe seguire uno sconto di 3 punti (con l’aliquota che passerebbe dal 33% al 30%) per il periodo successivo. Ancora da circoscrivere la platea che beneficerebbe dello sgravio: sul tappeto, infatti, la possibilità che l’intervento sul cuneo possa riguardare gli under35 o gli under30. Molto dipenderà dalle risorse a disposizione.
(Approfondimento domani su Conquiste Tabloid)