“L'aumento dell'aspettativa di vita rende sempre più rigida l'età pensionabile. Con i risultati conseguiti dalla trattativa fra il Governo ed il sindacato sulle pensioni si è restituito un po' di spazio alle scelte individuali e volontarie dei lavoratori, facendosi carico del disagio di chi ha perduto il lavoro in età anziana e non riesce a ritrovarlo, di chi svolge lavori gravosi e degli invalidi gravi”. E' il segretario confederale della Cisl, Maurizio Petriccioli, a commentare i dati diffusi dall'Osservatorio dell'Inps sui flussi di pensionamento. Ma la crisi di governo non ha poi consentito il proseguio del dialogo. Ed è da qui che per la Cisl bisogna ricominciare. "Occorre riprendere il dialogo con il Governo, per ampliare la platea delle categorie dei lavoratori coinvolti con l'Ape sociale, rimuovere gli ostacoli che ancora limitano l'accesso ai benefici ed avviare il confronto sulla ’fase due’ dell'intesa, per migliorare le pensioni per le generazioni future, valorizzare il lavoro di cura, sviluppare la previdenza complementare ed introdurre una pensione contributiva di garanzia per i redditi bassi”, conclude Petriccioli.
Dati alla mano, l’aumento di 4 mesi per l’accesso alla pensione per tutti dall’inizio del 2016 e lo scalino per le donne per l’accesso alla vecchiaia (in totale passaggio da 63,9 anni a 65,7) hanno portato all’aumento dell’età media di accesso alla vecchiaia da 65,1 a 65,5 anni mentre per la pensione anticipata l’età media di uscita è arrivata a 60,5 anni (da 60).
Nel complesso delle pensioni liquidate nell’anno dal Fondo lavoratori dipendenti (comprese le uscite per invalidità e le nuove pensioni ai superstiti) l’età media di uscita è passata da 65,8 anni a 66,5 anni. Le nuove pensioni liquidate dall’Inps nel 2016 sono state 443.477 con un calo del 22,19% rispetto al 2015 (570.002).
L’Inps segnala un calo annuale consistente per i flussi di pensionamento di vecchiaia con un -30,28% (da 162.815 nuovi assegni nel 2015 a 113.500 nel 2016) e di uscita anticipata con un -28,56% (da 157.522 a 112.529). Cali meno consistenti si sono registrati per le nuove pensioni di invalidità (-15,98% a 43.423) e per quelle ai superstiti (-12,1% a 174.025).
Un calo significativo è stato registrato anche dai nuovi assegni sociali passati da 48.297 a 34.411 (-28,7%). L’importo medio mensile di pensione nel 2016 è stato di 987 euro, lo stesso del 2015. Il dato è molto diverso per le varie tipologie di pensione con 643 euro medi per la vecchiaia, 1.929 euro medi per la pensione anticipata, 765 euro medi per l’invalidità e 657 per i nuovi assegni ai superstiti.
Per i lavoratori dipendenti le nuove pensioni in media valgono 1.221 euro mentre per i coltivatori diretti sono state in media di 615 euro. La pensione media degli artigiani in uscita nel 2016 è stata di 946 euro mentre per i commercianti è stata di 911 euro. La pensione per i parasubordinati usciti nel 2016 è stata in media di 192 euro al mese. I trattamenti di questi ultimi sono basati esclusivamente sul sistema contributivo e su versamenti fatti a partire dal 1996.