Un’economia forte al servizio delle persone. E’ la priorità delle priorità per una Confederazione europea dei sindacati che si prepara al tredicesimo congresso della sua storia (Parigi, 29 settembre-2 ottobre) e al cambio della guardia tra Bernadette Segol e Luca Visentini, 24 anni dopo l’elezione dell’ultimo italiano, Emilio Gabaglio, rimasto 12 anni alla guida della Ces. Quattro anni durissimi per l’Europa e per il sindacalismo europeo e nazionale, perché il dominio dell’austerità come feticcio, del rigore come unico rimedio al rischio default, ha messo in ginocchio non solo l’economia reale, ma ha affievolito anche le prerogative sindacali, indebolendo la contrattazione collettiva. La Ces auspica un’inversione di tendenza, e nel Manifesto di Parigi che voterà la prossima settimana chiede un’economia al servizio delle persone, da tradurre in almeno cinque punti fondamentali: investimenti a favore di piena occupazione e lavori di qualità per tutti; fine delle politiche di austerità; salari più competitivi per stimolare la ripresa e la domanda interna, ridurre le disuguaglianze e contrastare la povertà; precedenza ai diritti sociali fondamentali rispetto alle libertà economiche; politiche a favore di occupazione “verde”, economia sostenibile, servizi pubblici più efficaci, giustizia fiscale e di contrasto alle speculazioni finanziarie. La Confederazione europea dei sindacati chiede inoltre il rispetto e il rafforzamento del dialogo sociale e della contrattazione collettiva, delle libertà di associazione e del diritto di sciopero, e il coinvolgimento del sindacato di Bruxelles nelle politiche sociali, occupazionali ed economiche europee.
(Approfondimento domani su Conquiste Tabloid, a cura di Pierpaolo Arzilla)