Quella che si è aperta è una settimana decisiva per capire quale forma potrà prendere - e in quali tempi - il cosiddetto 'scudo Ue' sull'energia invocato a gran voce dall'Italia. L'obiettivo è chiaro: mettere al riparo consumatori e imprese dal caro bollette. Ma la ricetta europea con cui raggiungere questo risultato è tutta da definire, tanto che gli addetti ai lavori definiscono la situazione 'ancora fluida'. Le ipotesi sul tappeto e le variabili sono tante. E la complessità degli interventi attuabili non facilita il compito. A tentare di scogliere i nodi saranno domani tecnici e ambasciatori dei 27 in vista dell'appuntamento clou, quello dei ministri dell'Energia fissato per venerdì. La prima opzione, richiamata anche dalla presidente della Commissione Ue Ursola von der Leyen, è quella di fissare un tetto al prezzo del gas. Che dovrebbe riguardare in primis quello che arriva via tubo dalla Russia. Il suo costo così scenderebbe e Mosca vedrebbe tagliati i suoi enormi guadagni. Ma per funzionare - ammesso che Gazprom non decida lo stop totale delle forniture - i Paesi Ue e le rispettive aziende devono prima mettersi d'accordo per procedere ad acquisti in comune. Un'altra ipotesi è quella di pagare il gas a prezzi di mercato per poi distribuirlo a prezzi calmierati: l'Ue o i singoli Stati dovrebbero metterci la differenza.
Così però la Russia continuerebbe a realizzare enormi profitti. C'è poi il pacchetto di interventi a cui sta lavorando la Commissione Ue "per ottimizzare il funzionamento del mercato elettrico europeo - come si legge in un documento non ufficiale - e ridurre l'impatto del caro gas sui costi sostenuti dai consumatori". Per intervenire sul breve termine Bruxelles ipotizza un'azione articolate in tre mosse. Prima di tutto attuare una riduzione concordata e programmata dei consumi di energia elettrica. Quindi fissare un tetto 'amministrato' al prezzo dell'elettricità prodotta con fonti diverse dal gas che continuerebbe però ad essere venduta a prezzi di mercato. Infine, dare allo Stato la possibilità di utilizzare quanto incassato dalle società attraverso la differenza tra il prezzo prefissato e il prezzo di mercato (con extraprofitti di fatto 'ufficializzati') per erogare ristori a consumatori e imprese.
Il tutto facendo leva sull'articolo 122 del Trattato Ue. Un'ipotesi a cui si è arrivati, si spiega nel documento, dopo aver analizzato e scartato per vari motivi la 'europeizzazione' degli interventi già attuati nella penisola iberica e in Grecia, nonché opzioni come la sospensione del mercato all'ingrosso del gas o la fissazione pura e semplice di 'price cap' sull'energia elettrica. Per ora trapela solo che i ministri dell'energia Ue discuteranno anche di tetto ai prezzi del gas e possibili linee di credito d'emergenza per gli operatori del mercato energetico nel consiglio di venerdì prossimo. Tra le altre opzioni: "limitare temporaneamente il prezzo del gas utilizzato per la produzione di energia elettrica, limitare temporaneamente il prezzo del gas importato, ed esclusione temporanea della produzione di energia elettrica da gas dall'ordine di merito e determinazione del prezzo sul mercato elettrico".
Rodolfo Ricci