Ci siamo. Infatti, la Commissione europea svolgerà tutto il lavoro preparatorio in vista del lancio dell'alleanza industriale per i piccoli reattori modulari "nei prossimi mesi". Lo ha annunciato la commissaria Ue per l'Energia, Kadri Simson, al Forum europeo sull'energia nucleare in corso a Bratislava. "Le sfide future richiedono uno sviluppo continuo di offerte energetiche rispettose del clima, affidabili e indipendenti. E le tecnologie nucleari avanzate ne fanno parte", ha detto Simson. Parigi continua a tirare la volata e l'Ue è pronta a rispondere presente. Il delicato confronto sul nucleare per il futuro green del Vecchio Continente ripiomba sulla scena europea e - accanto al sedicesimo Forum del settore radunato ieri a Bratislava - ha visto riunirsi nuovamente l'alleanza dei Paesi Ue pro-atomo. Un nutrito gruppo di tredici capitali, capeggiate dall'Eliseo, che chiedono con insistenza di dare centralità alla fonte energetica nel duplice intento di spingere la decarbonizzazione e rafforzare la "sovranità dell'economia" continentale.
Richieste che in terra slovacca si estendono, guidate dalla ministra transalpina Agnès Pannier-Runacher, all' appello per un nuovo partenariato industriale per i piccoli reattori modulari (Smr). E a prendere parte alla riunione, in veste di osservatrice, c’è anche l'Italia, da tempo impegnata - nelle recenti parole del ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto - a ricercare un nucleare pulito, tanto diverso da quello referendario. Intrinseco ormai al costante dibattito sulle proposte legislative Ue nel campo delle energie rinnovabili, il ruolo dell'atomo aveva iniziato far emergere le diverse vedute dei Ventisette già sul finire del 2021, quando in ballo c'era l'ormai celebre patente verde (in gergo, tassonomia) da conferire alle diverse fonti sulle quali scommettere per la transizione ecologica.
Un dossier divisivo soprattutto sull'asse Parigi-Berlino, animate storicamente da visioni del tutto contrapposte sulla fonte energetica. Ma la determinazione dei francesi - che dall'atomo il 70% ottengono della loro elettricità - si è nel tempo affermata, aprendo prima la strada al lancio del club dei tredici e poi alla sofferta intesa agli investimenti sostenibili e all'idrogeno verde fatto con l'atomo. Ora, dopo una serie di riunioni andate in scena tra Bruxelles, Stoccolma e Parigi nei mesi scorsi, il nuovo tavolo di lavoro dell'alleanza nella capitale slovacca si prefigge di tracciare una linea ulteriore per disegnare la strada maestra del futuro dell'energia.
L'asticella dell'ambizione per l'Eliseo è sempre più alta: la prossima tappa è rappresentata - nella volontà espressa in una lettera congiunta all'Ue anche da altri undici Paesi, tra cui Paesi Bassi e i Visegrad - da un'alleanza industriale a livello comunitario per i piccoli reattori modulari. Le prospettive fin qui sono positive: già a marzo la commissaria per l'Energia, Kadri Simson, aveva annunciato l'intenzione di presentare "linee guida" comuni per gli Smr".
Rodolfo Ricci