L'Italia ha risparmiato finora, in termini di minori interessi, 2,835 miliardi di euro sui 21 miliardi ricevuti fino al 2 febbraio scorso nell'ambito del programma Sure, lo strumento europeo di sostegno all'occupazione negli Stati membri. È quanto stima la Commissione Ue presentando il primo rapporto semestrale sull'attuazione dello strumento. Complessivamente, con 27,4 miliardi di euro assegnati, l'Italia è risultata prima beneficiaria di Sure, scrive Bruxelles, sottolineando che i prestiti usati per finanziare schemi come la cig hanno finora sostenuto oltre il 30% della forza lavoro del nostro Paese. "In attesa del lancio dello strumento per il recupero e la resilienza, Sure offre un esempio incoraggiante di ciò che la solidarietà europea può offrire ai nostri cittadini", ha detto il commissario Ue per l'Economia, Paolo Gentiloni, sottolineando che il programma ha svolto un ruolo cruciale nella protezione dei lavoratori dipendenti e autonomi dai peggiori effetti dello shock economico causato dalla pandemia. Dalla sua attivazione, il 22 settembre scorso, oltre il 90% della dotazione complessiva del Sure (100 miliardi di euro) è stata assegnata a 18 Stati membri. Dopo l'Italia, i maggiori importi sono andati alla Spagna (21,3 miliardi) e alla Polonia (11,2 miliardi).
Nel complesso, Bruxelles calcola che Sure abbia sostenuto nel 2020 tra i 25 e i 30 milioni di lavoratori tra dipendenti e autonomi e fino a 2,5 milioni di imprese nei 18 Paesi beneficiari. Positivo anche il bilancio delle prime quattro emissioni di obbligazioni Sure: da ottobre 2020 a gennaio 2021, l'Ue ha raccolto in tutto 53,5 miliardi di euro, con un risparmio totale per gli Stati membri - rispetto ai tassi di mercato - di circa 5,8 miliardi di euro in termini di interessi. Lo scenario europeo sull’occupazione mostra ancora segnali contrastanti.
Ed ecco spiegata l’importanza dello strumento europeo di sostegno all'occupazione, che è già operativo in attesa del Recovery fund, in base ai piani nazionali degli Stati membri.
Infatti, Nel quarto trimestre 2020, l'offerta di lavoro è salita all'1,9% nella zona euro e a 1,8% nella Ue-27, un leggero aumento rispetto all'1,7% del trimestre precedente e in calo rispetto al 2,2% del quarto trimestre 2019 registrati in entrambe le zone. Lo rende noto Eurostat. Tra gli Stati membri i cui dati sono comparabili, il numero più alto di posti vacanti si è registrato in Cechia (5%), Germania (3%) e Belgio (2,9%). Il numero più basso invece è stato in Grecia (0,5%), e Bulgaria, Spagna, Polonia, Portogallo, Romania e Slovacchia (tutti 0,7%). In Italia, il cui dato non è comparabile per la diversa metodologia di calcolo, l'offerta del quarto trimestre 2020 è calata a 0,8%, rispetto all'1% del trimestre precedente.
Rodolfo Ricci