Mentre a Roma si tratta sul contratto di governo e la compagine ministeriale del nascente esecutivo Lega-Cinquestelle, l’Europa che conta oggi si ritrova a Firenze, in occasione del convegno The State of The Union organizzato dall’Università Europea.
Si parla a Firenze perché Roma intenda, verrebbe da dire. E infatti è chiarissimo l’avvertimento lanciato per l’occasione del presidente dell’Europarlamento, Antonio Tajani. "L'Italia - ha detto - è parte integrante e sarà sempre parte integrante dell'Unione europea" e "uscire dall'Europa e dall'Euro sarebbe solo autolesionistico". "Le nuove classi dirigenti - ha aggiunto - non sempre sono state all'altezza delle sfide, anteponendo spesso interessi elettorali contingenti a una visione d'insieme europea". Il risultato è che oggi l’Europa è percepita come un “modello elitario e distante, capace di portare benefici solo a pochi". "Muri, frontiere, nazionalismi, appaiono antidoti rassicuranti contro una globalizzazione che sembra essere sfuggita al controllo dei cittadini. Trump, la Brexit, l'emergere di sovranismi autoritari, il populismo dilagante, sono chiari sintomi di questo malessere - ha aggiunto -. Una politica distratta, incapace di rispondere a queste angosce, istituzioni burocratiche e autoreferenziali, alimentano rabbia e venditori di illusioni”.
E qui l’avvertimento di Tajani pare piuttosto rivolto al presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker, che interverrà subito dopo per sollecitare l’Europarlamento ad approvare il budget 2021-2027 prima delle elezioni dell'anno prossimo. Un budget che fa i conti con l’uscita del Regno Unito anche come contributore e che per l’Italia potrebbe avere pesanti ricadute. Più tardi, incalzato dei giornalisti, Tajani torna sulla questione: "Mi preoccupano i tagli all'agricoltura, secondo me si potrebbe valutare di ridurre il taglio che oggi è del 5%, fino al 4 o al 3,5%". Lo stesso discorso- aggiunge - vale per i fondi di coesione, c'è un taglio del 7% nella proposta della Commissione. Per quanto riguarda l'Italia bisogna verificare che non ci siano danni soprattutto alle regioni del Sud, ma per dare una valutazione esatta bisognerà valutare i criteri coi quali verranno assegnati i fondi di coesione". Per esempio, suggerisce, "se i parlamentari europei italiani e il governo italiano saranno capaci di aggiungere come criterio quello della disoccupazione giovanile si potrebbe meglio tutelare l'acquisizione di fondi di coesione da parte delle regioni del Sud - dice Tajani - perché è in percentuale più alta di quella dei Paesi del Sud". Una scelta in questa direzione, assicura, "potrebbe aiutare l'Italia".
(Articolo completo di Ester Crea domani su Conquiste Tabloid)