"Il Consiglio Europeo condanna con forza e senza equivoci l'attacco dell'Iran contro Israele e rinnova la sua piena solidarietà con il popolo israeliano e l'impegno alla sicurezza di Israele". Lo si legge nella bozza di conclusioni del vertice dei leader che inizierà nella giornata di oggi. Nel documento è stato aggiunto un intero capitolo sul Medio Oriente. I leader, chiedendo alle parti di esercitare la massima moderazione, rinnovano anche la volontà di "lavorare con i partner" per mettere fine alla crisi a Gaza, "raggiungendo una tregua immediata e il rilascio degli ostaggi".
Le nuove sanzioni internazionali contro l'Iran, inoltre, dopo l'attacco a Israele, potrebbero essere solo una questione di tempo. La pioggia di missili e droni che ha illuminato una delle notti più buie dello Stato ebraico ha convinto i leader occidentali della necessità di mandare un nuovo duro segnale al regime degli ayatollah, più incisivo e potente delle condanne verbali. E la palla passa inevitabilmente all'Onu, attraverso il sentiero accidentato dei soliti veti incrociati. Sono stati gli Stati Uniti a evocare lo spettro delle sanzioni nella riunione straordinaria del Consiglio di Sicurezza attraverso le parole dell'ambasciatore americano Robert Wood: "Nei prossimi giorni discuteremo con i nostri partner nuove misure punitive per rendere l'Iran responsabile in accordo con le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza", ha detto il diplomatico alludendo alla possibilità di presentare una bozza di risoluzione con nuove misure restrittive contro Teheran ma ribadendo che gli Usa "non vogliono un'escalation".
Allora bisogna isolare l'Iran, aumentare le sanzioni e ritrovare un cammino di pace nella regione, ha rincarato il presidente francese Emmanuel Macron in un'intervista a Bfm Tv, precisando tuttavia quella che è la linea di tutti, a partire da Washington: "Abbiamo condannato, siamo intervenuti, faremo di tutto per evitare un incendio e un'escalation". Ha evocato la collegialità delle decisioni il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani sull'eventualità di nuove sanzioni da parte del G7. E si è già svolto ieri un incontro informale in videoconferenza dei ministri degli Esteri dell'Unione europea chiesta dall'Alto rappresentante Josep Borrell "destinato a valutare i prossimi passi dell'Unione europea e dei suoi Stati membri per reagire a quest'ultima escalation da parte dell'Iran", come ha precisato il portavoce per la politica estera dell'Ue Peter Stano. Una risposta a più voci, quindi, alla richiesta di Israele ai membri del Consiglio di Sicurezza a imporre tutte le sanzioni possibili all'Iran prima che sia troppo tardi.
Resta da capire verso quale direzione andranno le nuove misure, se mirate a esponenti del regime, a settori economici strategici, a entrambi. Le ultime sanzioni in ordine di tempo sono state annunciate a fine gennaio da Regno Unito e Usa contro "alti funzionari iraniani" coinvolti in attività repressive contro giornalisti e difensori dei diritti umani. In luglio l'Unione europea ha istituito un nuovo quadro di misure restrittive motivato con il sostegno militare dell'Iran alla guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina. In particolare viene vietata l'esportazione dall'Ue verso l'Iran di componenti che possono essere utilizzati nella produzione dei droni che Teheran fornisce a Mosca. Ma l'Iran non si è mai preoccupato più di tanto delle sanzioni.
Tanto che, secondo un rapporto confidenziale dell'Aiea circolato a fine febbraio, Teheran ha aumentato le sue scorte di uranio arricchito di 27 volte rispetto al limite autorizzato dall'accordo internazionale del 2015 (Jcpoa) che disciplina le attività dell'Iran in questo settore in cambio della revoca delle sanzioni internazionali. Salvo poi affermare, attraverso il ministro degli Esteri Hossein Amirabdollahian in una telefonata con Borrell, di essere determinato a proseguire la cooperazione costruttiva con l'Aiea proprio al fine della rimozione delle sanzioni. Non si contano, peraltro, le vie utilizzate dal regime per aggirarle.
L'ultima in ordine di tempo è quella scovata dal Financial Times secondo il quale l'Iran avrebbe utilizzato anche due banche europee di primo piano per aggirare le sanzioni Usa attraverso l'apertura di conti correnti a nome di due società-schermo.
Rodolfo Ricci