Venerdì 22 novembre 2024, ore 19:05

Guerra 

Ue: arriva il “price cap” sul gas. Intesa sul tetto a maggioranza

L'accordo politico sul 'price cap' è stato raggiunto dai ministri europei dell'Energia a maggioranza qualificata. Anche la Germania, dopo lunghe trattative, ha dato la sua approvazione. Contraria invece l'Ungheria, mentre Austria e Paesi Bassi si sono astenuti. Si apprende da fonti europee.Ed è stato trovato un accordo politico a 180 euro a megawattora. Sulla base dell'intesa politica raggiunta al Consiglio Affari Energia il 'price cap' al gas entrerà in vigore il 15 febbraio prossimo. A quanto si apprende da fonti europee il differenziale del prezzo al Ttf con gli indici di riferimento globali viene fissato, come previsto nell'ultima proposta della presidenza ceca, a 35 euro. I giorni necessari - in cui il prezzo deve superare i 180 euro a megawattora - perché scatti il meccanismo di correzione restano tre. 

In verità, sono state regole di ingaggio sui generis per il Consiglio dei ministri dell'Energia a Bruxelles: fino all'ultimo non è stato chiaro quale sarebbe stato il punto di caduta dell'ultimo nodo in trattativa, ovvero l'agognato, dibattuto, per mesi negato e infine concesso tetto al prezzo del gas. Ma l'unico punto fermo era che un 'price cap' ci sarà. L'esito del summit dei Ventisette giovedì, del resto, è stato lapidario: andrà finalizzata l'intesa sul "meccanismo di correzione del mercato". Dopo che la posizione di Amsterdam si era a fatica già ammorbidita, l'ultimo scoglio era quello della Germania, ostinatamente contraria a una via che, era il timore, avrebbe potuto portare a rischi nelle forniture, oltre a disincentivare la transizione verde. Il meccanismo trovato ha rassicurato Berlino, che però ha inviato un altro messaggio neanche troppo implicito: il 'price cap' finale sarà così alto da non destare comunque preoccupazioni sulle forniture.

"Gran bella notizia il via libera europeo sul tetto al prezzo del gas. Il 'price cap' è necessario per frenare la speculazione e freddare le minacce di Gazprom. Ora si vada fino in fondo anche con un nuovo Recovery per sostenere occupazione, riconversioni, sovranità energetica Ue", ha scritto su twitter il segretario generale Cisl, Luigi Sbarra.

Facciamo un passo indietro. Apriti cielo per quanti da mesi chiedono invece un intervento davvero capace di correggere l'impennata del caro-energia, Italia in testa. Ufficialmente che ci sia già una forchetta di prezzo per iniziare e proseguire la trattativa non è mai stato confermato, ma già al termine del Consiglio energia della scorsa settimana era filtrato che ci si muove in un range tra i 160 e i 220 euro al megawattora. I 'cappisti' più accaniti spingono ora per un valore inferiore a 200 euro. In generale l'attesa è che attestandosi a 190 euro da più parti si potrebbe gridare al successo. Nelle ultime ore secondo alcune fonti la trattativa avrebbe raggiunto un equilibrio al prezzo di 188 euro al megawattora, si vedrà che ne diranno alla fine i ministri dell'Energia.

Per chiarezza, si parla del valore al quale azionare il meccanismo di correzione del mercato una volta superata tale soglia per tre giorni consecutivi nelle quotazioni di mercato (e non più cinque come possibile ancora nei giorni scorsi). Secondo alcune ricostruzioni nella riforma del mercato dell'energia l'Ue starebbe per valutare anche di introdurre un limite di emergenza sui ricavi delle centrali elettriche non alimentate a gas. L'idea aveva preso peso venerdì sulle indiscrezioni di un 'non paper' della Commissione, ma l'esecutivo Ue ha smentito di averlo presentato, e sembra dunque che ci vorrà più tempo per la proposta dell'esecutivo Ue.

Sul tavolo del Consiglio, poi, finirà anche la proposta di riduzione delle emissioni di metano nel settore energetico, nell'ambito del pacchetto 'Fit for 55', lo storico piano Ue per la transizione verde. Proprio all'alba i colegislatori hanno raggiunto un'intesa storica sui tre regolamenti più importanti del pacchetto ovvero il mercato di carbonio (Ets), la carbon tax alle frontiere e la costituzione del fondo sociale per il clima. I ministri dell'Energia hanno fatto anche un punto sul RepowerEu, dopo l'importante via libera raggiunto in settimana sul finanziamento del piano che consentirà ai singoli Paesi dell'Ue di avere nuove risorse da aggiungere ai loro Piani nazionali di ripresa e resilienza (Pnrr) per combattere il caro energia e ridurre la dipendenza dalla Russia.

Rodolfo Ricci

( 19 dicembre 2022 )

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