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Bruxelles 

Ue: è ormai scontro aperto in Europa su nucleare e gas 

Non ci sono più dubbi. È scontro aperto sul nucleare dentro la Commissione europea. E anche all'Europarlametno si amplia il fronte del no all'ipotesi di considerare 'verde', nell'ambito della tassonomia, l'energia prodotta dall'atomo. Il commissario al bilancio, l'austriaco Johannes Hahn, è sceso in campo spiegando qual è la sua posizione in vista dell'esame della proposta di atto delegato (dentro la quale si parla anche di gas) che dovrebbe approdare nelle prossime settimane - sempre che non ci siano ulteriori rinvii - a una riunione del collegio dei commissari. "Devo aspettare la bozza finale ma non ho mai nascosto la mia opinione sul nucleare": se il testo del regolamento resterà così "voterò contro", ha detto Hahn. Il che riflette la posizione del suo Paese, che insieme al Lussemburgo ha minacciato di portare la Commissione in Corte di giustizia. Il commissario austriaco ha ricordato che "il denaro europeo non può essere utilizzato per le centrali nucleari o per le centrali a gas" e questo è scritto "sul nostro regolamento che include anche i fondi strutturali".

In altre parole, le regole sui green bond del Next Generation EU garantiscono agli investitori che i fondi raccolti non saranno destinati a gas e nucleare, mentre la tassonomia che nell'ambizione Ue deve essere il golden standard della finanza sostenibile mondiale probabilmente lo permetterà, anche se a certe condizioni. Hahn potrebbe non essere l'unico, dentro la Commissione, a essere contro la formulazione attuale della bozza di atto delegato sulla tassonomia. Oggi come oggi, fanno notare fonti Ue, le posizioni nazionali sono molto forti. E note. I commissari potrebbero quindi allinearsi con i rispettivi governi. I Paesi nettamente contrari all'idea di gas e atomo ecologici sono quattro: Austria, Danimarca, Lussemburgo e Spagna. Di questi, due hanno commissari di grandissimo peso, Margrethe Vestager e Josep Borrell. E la Spagna potrebbe uscirne facendosi una tassonomia tutta sua, senza le fonti controverse, come ventilato nei giorni scorsi dalla ministra Teresa Ribeira.

A sostenere il testo sono invece di sicuro la commissaria ai servizi finanziari, Mairead McGuinness, e soprattutto da un altro esponente di peso del collegio, il vicepresidente Valdis Dombrovskis. La bozza, criticata anche dalla piattaforma di esperti istituita dalla stessa Commissione, è già costata due anni di compromessi e mediazioni. E da palazzo Berlaymont trapela per ora la volontà di tirare dritto e chiudere la vicenda appena possibile, arrivando al varo del provvedimento entro un paio di settimane. Ma sulle prospettive della proposta si stanno nel frattempo addensando altri nuvoloni neri provenienti dall'Europarlamento. Dove anche il Ppe è sceso in campo contro l'attuale bozza, almeno per quanto riguarda il nucleare. Una posizione che si aggiunge a quella già esplicitata dai socialdemocrati dell'S&D, dai Verdi e dalla sinistra unitaria e che espone al rischio di bocciatura il provvedimento.

Rodolfo Ricci

( 26 gennaio 2022 )

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