I timori della vigilia sono stati confermati dagli osservatori internazionali: l'organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) contesta la regolarità del referendum in Turchia che ha cambiato per sempre il volto del Paese dando poteri senza precedenti al presidente Erdogan.
Sarebbero, infatti, circa 2,5 milioni i voti manipolati che - sostiene uno degli osservatori della missione del Consiglio d'Europa, l'austriaca Alev Korun - qualora confermati, potrebbe cambiare il risultato di misura a favore del sì.
Le dichiarazioni della Korun corrispondono alla denuncia dell'opposizione turca, che già domenica, subito dopo la chiusura del seggi, aveva contestato l'esistenza di almeno 2,5 milioni di schede che non avevano il timbro elettorale; e aveva accusato la Commissione Elettorale centrale YSK di non aver rispettato la legge perché aveva deciso di considerare valide le schede.
Dato che il sì ha vinto con uno scarto di 1,25 milioni di voti, la denuncia potrebbe capovolgere il risultato, ma la Commissione elettorale centrale ha già detto di aver considerato valide, anche nel passato, schede senza il timbro elettorale.
Korun, portavoce del partito austriaco dei Verdi, ha riconosciuto che esistono poche possibilità che il ricorso dell'opposizione turca possa portare a un qualche risultato.
La politica austriaca, che si è trasferita in Turchia per seguire il voto referendario nell'ambito della missione congiunta dell'Osce e dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, ha detto che lei non è stata testimone di irregolarità durante il voto; ma che ha notizie del fatto che nelle regioni dove si concentra la minoranza curda il lavoro degli osservatori sia stato ostacolato. A due dei suoi colleghi, per esempio, la polizia turca avrebbe impedito di entrare nei seggi elettorali della città di Diyarbakir.
Accuse alle quali Erdogan ha risposto con durezza avvertendo gli osservatori dell'Osce di “stare al loro posto” e definendo le conclusioni faziose. Poi ha attaccato l'Unione europea, i cui leader hanno messo in chiaro che l'esito del referendum blocca i negoziati per l'ingresso della Turchia.
“Per 54 anni cosa ci hanno fatto fare alla porta dell'Europa? Aspettare” ha detto Erdogan ventilando l'ipotesi di un referendum anche sull'Europa, oltre a quello per la reintroduzione della pena di morte. Intanto da oltreoceano gli sono arrivate le congratulazioni di Donald Trump.
(Approfondimento domani su Conquiste Tabloid)