Morti bruciati sull’autobus che avrebbe dovuto portarli a lavorare. E’ quello che è accaduto a 20 operai immigrati birmani nella notte tra giovedì e venerdì. Le vittime erano a bordo di un mezzo che ha preso fuoco poco dopo essere partito dalla provincia occidentale thailandese di Tak, al confine con il Myanmar, verso una zona industriale alla periferia di Bangkok. Sul bus viaggiavano in tutto 47 persone. 27 sono riuscite a mettersi in salvo. Il mezzo era un autobus a due piani. Il conducente ha riferito che l'incendio sarebbe iniziato nella parte centrale del mezzo, per poi diffondersi rapidamente. Le persone nella parte anteriore del bus sono riuscite a mettersi in salvo, mentre quelle dietro sono rimaste intrappolate dalle fiamme. Si stima che oltre un milione di persone provenienti dal Myanmar stiano lavorando in Thailandia come lavoratori migranti. Molti di loro lavorano illegalmente nei cantieri e nelle fabbriche a bassi salari. Secondo quanto riferito dal portavoce della polizia Rewat Iamtak all'agenzia di stampa Dpa, gli operai sul bus erano tra le migliaia che sono già riusciti a ottenere permessi di lavoro dopo un lungo e difficile processo. Lo scorso primo gennaio è infatti entrato in vigore un decreto repressivo sui lavoratori non registrati. La nuova legge prevede pene severe sia per i datori di lavoro, che per i lavoratori senza regolari permessi.
(Articolo completo di Ester Crea domani su Conquiste Tabloid)