Un sindacato sciolto per decreto in Russia. Sessantotto membri di un’organizzazione sindacale arrestati in Turchia. Business as usual in alcuni paesi, dove il sindacato o è concepito come emanazione del regime o è vissuto come ostile. Nel caso della Turchia, siamo di fronte ad una vera e propria purga da parte del regime di Erdonan, a seguito del colpo di stato del 15 luglio 2016. Gli uomini arrestati stamane, in base a quanto riferito dai media, sarebbero componenti di 6 direzioni del sindacato Aksiyon Is Konfederasiyonu (Confederazione dei sindacati d'azione) considerato vicino all’imam Fetullah Gülen. La vicenda russa, invece, riguarda un sindacato affiliato ad IndustriALL Global Union, l’ITUWA, sciolto da un tribunale di San Pietroburgo perché accusato di aver condotto attività politiche e di aver ricevuto fondi esteri. Tutto nasce dal fatto che il sindacato aveva promosso una petizione pubblica per l'indicizzazione degli stipendi dei dipendenti in società private in conformità con l'inflazione e criticato la politica socioeconomica delle autorità statali sul suo sito web. Come se non bastasse, il giudice ha anche preso in considerazione la solidarietà dell’ITUWA con i camionisti russi che protestavano contro gli aumenti delle tasse come esempio di attività contraria allo status di sindacato. In una nota, IndustriALL definisce la decisione della corte un precedente molto pericoloso che impedisce a ITUWA e agli altri membri del sindacato di esprimere apertamente la propria solidarietà interna e inter-sindacale e che quindi viola i principi di libertà di associazione riconosciuti a livello internazionale.
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