C’è qualcosa di oscuro anche nel mondo dorato del calcio. Parliamo di una storia che inizia sul prato degli stadi di calcio di tre prestigiose squadre della Bundesliga (la serie A tedesca) l'FC St Pauli, il Werder Bremen e il Wolsburg. I giocatori di queste squadre durante i loro viaggi e gli eventi a cui prendono parte in veste ufficiale indossano abiti tagliati su misura di Roy Robson, un’azienda tedesca di abbigliamento, che sponsorizza il campionato. Fin qui l’aspetto glamour della vicenda. Il lato oscuro, invece, si colloca a migliaia di chilometri a sud est della Germania: in Turchia, e più precisamente in una fabbrica di Smirne che occupa 600 dipendenti e che produce tute e giacche sportive. L'impianto fa parte di un complesso industriale che contiene fabbriche di altri marchi di abbigliamento tedeschi, tra cui Hugo Boss.
Teksif, affiliata turca della federazione mondiale dei lavoratori dell’industria, IndustriAll Global Union, ha cercato di organizzare la forza lavoro nello stabilimento di Smirne, ma quando i lavoratori hanno dato la loro adesione al sindacato, l’azienda li ha licenziati. Parliamo di 11 delegati aziendali che hanno ricevuto il ben servito dall’inizio dell’anno. E alla richiesta di incontro presentata da Teksif, l’azienda ha risposto dicendo che, in linea di principio, la compagnia non incontra mai sindacati. Da qui l’appello del sindacato turco alla federazione internazionale dell’industria, che ha fatto sentire la propria voce esortando la compagnia a reintegrare immediatamente i membri del sindacato, a rispettare il diritto dei lavoratori di organizzarsi e aderire a un sindacato e ad impegnarsi in negoziati costruttivi con Teksif. A sostegno di questa richiesta, sul sito Labourstart.it è stata anche lanciata una campagna di solidarietà nei confronti dei lavoratori turchi di Roy Robson che hanno perso il lavoro.
(Articolo completo di Ester Crea domani su Conquiste Tabloid)