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Giornata internazionale

Rifugiati. Sono 65,6 mln. La maggior parte vive in paesi del Sud del mondo

Il numero di migranti e rifugiati morti nel Mediterraneo dall'inizio dell'anno sfiora ormai i 2mila, ha affermato oggi a Ginevra l'Organizzazione internazionale delle migrazioni (Oim). Dall'inizio del 2017 al 18 giugno, l'Oim ha registrato un totale di 81.292 arrivi via mare in Europa (circa l'85% dei quali in Italia) e 1.985 morti, riferisce l'agenzia delle Nazioni Unite per la Migrazione in una nota pubblicata a Ginevra.

Ma la questione non riguarda solo l’Europa. Tutt’altro. In tutto nel mondo attualmente si contano 65,6 milioni di rifugiati e, in massima parte, si trovano in altri Paesi del Sud del mondo, come ha ricordato stamane la presidente della Camera Laura Boldrini. “Sono persone che, come tutti noi, vorrebbero rimanere a casa propria, se solo potessero viverci in sicurezza. Il numero è impressionante, ma gridare all'emergenza non serve", ha aggiunto. "Serve lavorare con più determinazione alla soluzione dei problemi che sono alla base di questa gigantesca migrazione forzata. Le cause le conosciamo bene: vecchie guerre che si trascinano da anni e nuovi conflitti; regimi dittatoriali che calpestano i diritti umani; cambiamenti climatici che provocano alluvioni e siccità. Problemi che richiedono anche un attivo protagonismo dell'Europa - prosegue la Boldrini -. Così come ogni Stato europeo è chiamato a fare la sua parte nell'attuare il sistema di ricollocazione dei rifugiati definito dall'Ue”.

Analogo richiamo è arrivato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. "I flussi di rifugiati sono un fenomeno di portata globale, che manifesta i suoi effetti ben oltre i Paesi direttamente coinvolti. E' dunque indispensabile - sottolinea il Capo dello Stato - che in una logica di responsabilità condivisa tutti i membri della comunità internazionale sappiano dimostrare il proprio impegno a favore di questa parte così rilevante di umanità, in spirito di collaborazione e di solidarietà".

Per Mattarella, "non si tratta solo di condivisione degli oneri dell'accoglienza, ma di assunzione di responsabilità nella gestione a livello globale dei flussi migratori"", conclude il Capo dello Stato.

( 20 giugno 2017 )

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